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sistrall, 29/01/2016 — Io insisto sempre a dire che si può vivere in modo più sostenibile solo se si cambiano abitudini. E l’abitudine a vivere ognuno nel proprio spazio indipendente (e spesso isolato) è una di quelle su cui possiamo lavorare.
Esistono diverse alternative e una è il co-housing: in una casa spesso piuttosto grande si ricavano spazi privati e intimi e zone comuni, dichiaratamente fatte apposta per la crescita—anche spirituale ma non solo—degli abitanti del luogo. Ci sono parecchi esempi e scommetto che ce ne saranno sempre di più. Venerdì scorso sono stato alla presentazione di un nuovo progetto di co-housing torinese, promosso da Coabitare, associazione specializzata in queste tematiche.
Io sono molto incuriosito dai nuovi modi di abitare. E anche, in fondo, mi auguro che il modo di vivere attuale, spesso fatto di alveari urbani caratterizzati da scarsità di relazioni vere, venga meno di fronte alle alternative.
E voi che ne pensate? Scambiereste l’appartamento in cui vivete con uno in co-housing? Oppure vi conoscete tutti e il vostro palazzo è già un co-housing senza saperlo?
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