Ho dato il Contami perché anche se non ho figli, faccio la zia con molto piacere quindi provo ad insegnare la sobrietà soprattutto facendo!
zona etica bambini buon esempio ecologia educazione non consumismo sobrietà
irene70 - disiscritto, 02/12/2015 — Con i figli, fin da piccolissimi, o con gli allievi per chi è insegnante, dare il buon esempio e parlare sempre, e senza paura di sembrare "strani" o rompiscatole (tanto i genitori, per i figli, sempre rompiscatole saranno, prima o poi) di come sarebbe giusto "consumare" le cose e il mondo; "combattere", perché di questo si tratta, tutti i giorni con i messaggi che arrivano contro vento a far vacillare i nostri buoni propositi e le nostre convinzioni di sobrietà, consumo critico e sana ecologia.
Ognuno trovi il metodo, che non si trasformi però in "obbligo non ragionato" (pericolosissimo!), che preferisce (col gioco, con i libri, con le gite, con le esperienze, con tutto messo insieme, solo con l'esempio ecc.), ma senza mai perdere coraggio e forse il seme che è stato piantato porterà i suoi frutti, magari anche in modo tardivo, ma qualcosa dovrà pur nascere! Gli ambiti e gli argomenti, lo sappiamo tutti, riguardano praticamente tutta la vita quotidiana: consumi, abbigliamento, regali, tempo libero, attività sportive e non, relazioni, feste, tutto!, praticamente su tutto ci sarà da discutere (specie nell'adolescenza, vera prova del fuoco). A volte sembra più facile seguire la corrente, ma forse a lungo andare una faticosa coerenza premierà. (Forse).
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Dai il Contami e migliora goccia a goccia le tue abitudini.
Ho dato il Contami perché anche se non ho figli, faccio la zia con molto piacere quindi provo ad insegnare la sobrietà soprattutto facendo!
Un articolo un po' lungo ma molto interessante (per chi ha figli preadolescenti) kidfriendly.it, sull'importanza di essere genitori, e non amici, con i figli.
Io purtroppo non ho bambini e non ne avrò più ormai. Magari però posso metterla in pratica con i bambini con cui vengo in contatto. Per ora lo faccio con i "bambini cresciuti". In fondo non è mai troppo tardi...
Certo Silvana, penso che possiamo trasmettere queste idee a chiunque, (anche a bambini/e cresciuti, per quanto credo sia proprio questa la categoria più difficile: in questo caso ho notato che forse conviene non prendersi troppo sul serio, cioè prendersi un po' in giro) e infatti hai proprio ragione, non è mai troppo tardi.
Io ho trovato molto interessante questo libro "Genitori Slow" di Carl Honoré (Rizzoli, 2009): non è il classico manuale di 'regole' più o meno da seguire, ma un semplice libro che senza alcun integralismo, invita con molta ironia alla serenità dell'essere genitori svincolandosi dalle aspettative assurde imposte dalla società e da noi stessi (per la serenità dei figli).
Grazie a entrambi; @granitas... speriamo! comunque sì è una fase che deve esserci, e guai se no! @don sì, verissimo, il tempo (di quantità e soprattutto di qualità, e qui volendo si apre un altro spinosissimo e mai risolto dibattito) è sicuramente un fattore fondamentale (noi infatti abbiamo cercato di fare delle scelte/salti mortali e conseguenti sacrifici per non affidare a terzi nostra figlia, se non per brevi momenti), ma anche se i genitori sono sempre stati presenti, il vento contrario -leggi appunto adolescenza e il suo mondo- prima o poi arriva ed è soprattutto lì che non bisogna mollare, né per loro né per noi. (oh, e voglio sperare però che tra il 'cheguevara ecologista' e un figlio del Grande fratello ci sia un qualcosa di intermedio, ditemi di sì! :D ).
Ciao Irene, c'e' solo un piccolo (grande) problema in questa Buona Pratica, che faro' sicuramente. Il problema e' IL TEMPO che i genitori possono trascorrere con i propri figli per insegnar loro queste cose. Il tempo e' attualmente troppo poco perche' nella maggior parte di casi non viene trascorso dai bambini con i loro genitori e durante questo tempo non trascorso assieme, spesso e facilmente i bambini entrano in contatto con l'esatto contrario di cio' che vorremmo insegnare loro (a partire dai messaggi della TV, che non serve esemplificare) e che forma il loro modo di pensare (alche' quando arriva il genitore a professare il contrario diventa un rompiscatole e basta). Il tempo e' prezioso, il tempo e' denaro, e noi corriamo per il denaro che ci serve anche per sostenere i nostri figli. Ma correndo per il denaro di conseguenza entrambi i genitori non stanno con i figli il tempo necessario. Ed il tempo che non trascorriamo con i nostri figli non lo potremo recuperare mai piu' ed anzi probabilmente lo pagheremo il doppio in futuro (sia noi che loro, purtroppo). Quindi prima di tutto e' necessario recuperare tempo per stare piu' possibile con i propri figli, a discapito del denaro, vivendo con meno ma stando di piu' con loro altrimenti non c'e' alternativa. Non potremo insegnare nulla ai nostri figli se i genitori li vedono due ore al giorno mentre le restanti sono affidati a terzi (asili nido, scuole pomeridiane, televisione...). Se poi in quelle due ore ci metti che dobbiamo andare a fare la spesa al centro commerciale e portiamo i figli con noi perche cosi' "stiamo insieme", siamo a cavallo! Almeno uno dei due genitori (anche a turno ovviamente) deve rimanere con i figli durante il giorno, altrimenti non si arrivera' mai all'obiettivo di questa Buona Pratica, ne sono convinto al 100%. Bisogna lavorare sul tempo, recuperarne il piu' possibile per stare con loro, non correre piu' dietro a certe cose, ridurre le ore di lavoro e di conseguenza le entrate economiche familiari e di conseguenza i consumi, in barba a cio' che possono pensare amici e parenti e colleghi di lavoro. Se non lavoriamo sul tempo possiamo anche lasciar perdere...i figli cresceranno come li vuole il...Grande Fratello!
Si accettano consigli di strategie! Ho una figlia adolescente, sono in mare più aperto del solito; questa una sua domanda l'altro giorno, di ritorno dall'acquisto di scarpe invernali (sue) con annessa discussione: "Ma allora se io non vivrò con un "cheguevara", non mangerò solo insalata e radici, non rifiuterò tutti gli oggetti firmati e non mi vestirò con i tuoi vestiti smessi (se non si sono consumati... ) avrai da ridire anche quando sarò grande??" ... aiuto, è durissima rimanere coerenti!
Credo che l'importante sia seminare. A tempo debito si vedranno i frutti. L'adolescenza è un capitolo a sè, ed è giusto che loro si ribellino per capire chi sono, i loro limiti e dove vogliono andare. Poi i semi (che pazientemente avrai lasciato) germoglieranno in un altro tempo.
Ciao Granitas, non sono molto d'accordo con cio' che dici. Perche' il contadino semina il suo campo ma non lo abbandona mai fino al momento del raccolto. Se non curasse il suo campo non otterrebbe i frutti sperati. Il contadino protegge il suo campo dalle intemperie, dagli animali, dai ladri, e' attento cioe' a tutte le fasi del processo, senza tralasciare nulla. Se cosi' non facesse, magro sarebbe il suo raccolto. Cosi', se seminiamo buoni principi nei nostri figli ma poi non trascorriamo il giusto TEMPO assieme a loro (vedi mio commento precedente), dandogli la possibilita' di assimilare certi concetti e di avvalorare le nostre idee con riscontri pratici e reali, rimane tutto teorico. Saremo quelli che predicano bene ma razzolano male e i nostri figli avranno ragione a criticarci, perche' poco li avremmo accompagnati nella loro formazione. La semina e' solo una delle varie fasi per ottenere il raccolto e tutto cio' deve avvenire naturalmente e senza forzature, lasciando le giuste liberta' (vedi periodo difficile dell'adolescenza). Al nostro campo dobbiamo dedicare il maggior tempo possibile affinche' dia buoni frutti...e il contadino lo sa bene! Se lasciamo tutto al caso, al vento, qualche seme germogliera' comunque ma molti altri purtroppo, no.
Un consiglio da parte di Giorgio Gaber: "Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi, il cuore e la mente. STATEGLI SEMPRE VICINI, date fiducia all'amore, il resto e' niente". m.youtube.com
Bellissima canzone (o poesia), grazie a tutti e due!
Hai fatto benissimo, Greta (e sono certa che sei un zia in gambissima!): ho modificato adesso il titolo della buona pratica perché riferito solo ai figli in effetti era riduttivo.