Tratto dal libro "il Tao per un anno" GRATITUDINE - QUANDO BEVIAMO L'ACQUA RICORDIAMOCI DELLA FONTE Se abbiamo raggiunto un solido livello di comprensione spirituale, ci ritroviamo costantemente consapevoli delle cose più sottili della vita. Se ci lasciamo distrarre da cose di poco conto, non raggiungeremo mai uno stadio di consapevolezza profonda. Le occasioni spirituali non coincidono solo con i grandi festeggiamenti religiosi o i momenti eroici della vita. Ogni singolo istante del nostro quotidiano, ogni minimo dettaglio dovrebbero costituire una celebrazione della nostra comprensione. E anche il più piccolo dei nostri gesti dovrebbe essere permeato da un profondo rispetto. Una delle nostre azioni principali e' bere acqua. Senza di essa, non sopravviviamo. L'acqua ci purifica, ci rinfresca ed e' una componente essenziale di quasi tutti i processi biologici. Ma, mentre la beviamo, siamo consapevoli della sua funzione? Pensiamo alla fonte da cui proviene ed a tutti gli sforzi che ci hanno reso possibile accostare le labbra a questo bicchiere? Spiritualità non significa dare per scontate le cose. Semmai il contrario: ricordare in che modo tutto cio' con cui veniamo a contatto rientra in uno schema piu' grande. Riconoscere la preziosità delle cose quotidiane. E serbare intatta la nostra gratitudine verso il bello e il brutto della vita.
La buona educazione, in generale, sarebbe una buona abitudine da seguire.
In effetti, parlando anche con amici, abbiamo riscontrato la tendenza a NON ringraziare, per grandi o piccole cortesie, come se la frenesia del nostro tempo giustificasse questa "dimenticanza" salvo poi sentirsi dire dopo due mesi "... o scusa non ho avuto tempo di ringraziarti di..." ; è un discorso che va oltre la semplice educazione, secondo me, è proprio un segno di riconoscimento dell'altro e di quello che ha fatto o pensato per noi (piccolo o grande che sia)... personalmente ho smesso di aspettarmi un cenno di risposta o ringraziamento altrimenti poi la delusione avvelena il piacere di fare qualcosa di gentile: se mi sento di fare un favore o qualcosa di gentile lo faccio ma do per scontato che non arriveranno ringraziamenti, se poi arrivano è una piacevole sorpresa (è una strategia pessimista, lo so, ma così almeno non perdo la voglia di fare gentilezze...)
Ringraziare anche le persone che ci servono al bar / ristorante ma non solo quando ci portano il caffe', il gelato o il piatto con il cibo ma soprattutto quando e' il momento di congedarsi. Cioe', per esempio, quando abbandoniamo il locale e andiamo alla cassa a pagare, se il cameriere non e' "in zona", andare a cercarlo personalmente e ringraziarlo per quello che ha fatto per noi. In questo modo lui capira' la nostra vera gratitudine che e' qualcosa di piu' rispetto al ringraziamento standard imposto dai buoni costumi (...e dalla societa' dei consumi). Questo gesto lo vado ad aggiungere alla Buona Pratica "Tanti Piccoli Gesti Importanti" contiamoci.com
Sono sempre più d'accordo: sarebbe importante ringraziare gli altri anche se hanno solo fatto il loro lavoro con gentilezza, perché non è così scontato come sembra (fare con gentilezza) "grazie, lei è stato davvero gentile per..." secondo me è una frase che mette in connessione, fa vedere che ci siamo accorti della differenza, ringraziare è il contrario di 'dare per scontato', in ogni situazione, (a lungo andare anche "quel tizio così gentile" se non viene mai ringraziato "perchè tanto lui è gentile e ci sarà sempre", prima o poi si stancherà e perderà la voglia di essere gentile ed è anche così che si crea un mondo di poco-gentili-disconnessi).