don_chisciotte, 14/07/2015 — L'obsolescenza programmata prima di tutto bisogna imparare a riconoscerla. Quando un oggetto che utilizziamo si rompe e, secondo il rivenditore, non si puo' piu' riparare e ci costringono a comprarne uno nuovo, fermiamoci e riflettiamo.
Quanto l'ho pagato? Troppo per essere durato cosi poco? Quanto mi e' durato? Troppo poco? Il danno e' davvero cosi grave da non essere riparabile? Perche' la riparazione, che sarebbe anche possibile, costa di piu' rispetto a ricomprare l'oggetto nuovo? Perche' la garanzia era scaduta da poco quando si e' guastato?
Se ad una o piu' di queste domande le risposte non ci convincono, probabilmente e' perche' siamo vittime dell'obsolescenza programmata.
Di vittime di questa truffa legalizzata ce ne sono a migliaia tutti i giorni.
Una volta individuato il problema le azioni da compiere possono essere tra le piu' varie. La piu' estrema e' non ricomprare mai piu' quel tipo di oggetto (sempre informando la casa costruttrice del perche' della nostra scelta). Si deve segnalare alll'azienda produttrice che a causa di guasto irreparabile avvenuto in breve tempo dall'acquisto non si procedera' ad un nuovo acquisto dalla stessa ditta ma ci si rivolgera' ad altre aziende piu' serie che garantiscono maggior durata degli oggetti etc. L'importante e' scrivere alle aziende perche' ci sono degli studi appositi che hanno stabilito che un cliente ricompra piu' volte lo stesso oggetto se, secondo lui, ha funzionato bene ed e' durato abbastanza. Ed e' proprio questo "abbastanza" che non va bene, perche' l'oggetto potrebbe durare "tantissimo" ma e' costruito per rompersi ad un certo punto stabilito a tavolino e durare solo "abbastanza" (per essere quindi ricomprato). Basta quindi con questa farsa, ma facciamolo capire chiaramente alle ditte costruttrici inviando per iscritto le nostre opinioni/scelte attraverso i loro siti internet nella speranza che capiscano che, se non cambiano rotta, presto non avranno piu' clienti.
— Ecco un bel documentario per capire bene come funziona l'obsolescenza programmata e i danni che provoca all'ambiente. Un'oretta spesa bene per cambiare mentalità —
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Fate attenzione che se scrivete alle ditte per segnalare quanto sopra, per scusarsi potrebbero proporvi l'invio di un nuovo oggetto totalmente gratuito (a me e' successo). Ma voi non dovete cedere e rispondere loro, ringraziando, facendo chiaramente capire che non desiderate un oggetto nuovo ma che si mettano in atto dei sistemi per produrre oggetti che abbiano una maggiore durata.
Relativamente all'altra obsolescenza, quella "percepita" (che crea danni altrettanto gravi all'ambiente), smettiamola di farci fare il lavaggio del cervello dalla pubblicita' e dalle mode che dettano nuove tendenze ed il problema e' presto risolto. Questo e' un problema solo della nostra mente, che e' stata colonizzata.
Aggiungo infine che e' necessario e molto importante diffondere piu' possibile a terzi la conoscenza del concetto di obsolescenza programmata perche' la maggior parte delle persone non ha la consapevolezza di cosa sia. Si limita soltanto a pensare:"una volta gli oggetti erano costruiti per durare di piu', le cose di una volta erano di migliore qualita', etc" accettando passivamente tutto cio' come un dato di fatto a cui si deve sottostare. E invece e' giunto il momento di "ribellarsi"...
Combattendo l'obsolescenza programmata e l'obsolescenza percepita daremo una grossa mano al nostro pianeta, la Terra, sperando che obsoleto non diventi mai...
In questo video uno spunto comico di Balasso dice che "non sappiamo più cosa desiderare perché non siamo più capaci di meravigliarci". Utile e fa riflettere nel suo stile simpatico e pungente.
Attenzione genitori ho scoperto che alcuni ragazzi utilizzano uno stratagemma per farsi acquistare più facilmente l'ultimo modello del cellulare (e gettare il proprio che ritengono oramai vecchio e inadeguato per obsolescenza percepita) e sentirsi così alla pari con i compagni che già lo possiedono. Fanno in modo che il cellulare in loro possesso si guasti senza che appaia che sia stata colpa loro. Cioe' presentano ai genitori il cellulare in perfette condizioni esterne ma che non da' piu' segni di vita e ciò senza manomettere nulla della meccanica del telefono. Ecco come fanno, e' molto semplice: prima salvano tutti i loro dati (per trasferirli successivamente nel cellulare nuovo) e poi basta immergere il cellulare nell'acqua per un po' di tempo ed il gioco è fatto. Il cellulare si guasta. Aspettano che si asciughi bene all'interno e quindi lo presentano ai genitori. Risultato: il giorno dopo subito al centro commerciale per il nuovo e fiammante acquisto per sentirsi "fighi" come gli altri...
Riporto questo consiglio, che ho trovato in una discussione in internet e che riguarda l'obsolescenza programmata. Seguendo questo consiglio, quando possibile, si puo' evitare di esserne vittime.
"Posso suggerire uno slogan? Se un oggetto non si può smontare (per ripararlo) non si può comprare. Provate a usarlo col negoziante, la prossima volta, e godetevi l'effetto che fa. Siate pronti, però, perché costui tenterà di prendervi per i fondelli e far passare voi per dei brontosauri. Ovviamente, uscite teatralmente senza comprare nulla".
Tempo fa ero stato costretto a fare un duplicato della chiave dell'auto perché si erano guastati, per usura (obsolescenza programmata), i tasti di gomma della chiusura centralizzata. Alla Renault mi chiesero circa 130 euro, oltre a perderci un mattinata. Se lo avessi saputo prima avrei evitato questa spesa e mi sarei tenuto la chiave, utilizzando la chiusura manuale. Oggi siamo punto e a capo e la chiave ha lo stesso identico problema. I tasti di gomma si sono usurati e non funzionano più. Ero riuscito a trovare una soluzione temporanea ma adesso, cercando di risistemarla nuovamente il problema non è più risolvibile. Ho deciso che non cambierò nuovamente la chiave ed utilizzerò la chiusura manuale dell'auto (che, tra l'altro, ha quasi 400.000 km). Penso di aver fatto la scelta giusta, prima per l'ambiente e poi per il mio portafoglio. Sono desolato per il PIL, che non salirà...
Il telefono cellulare di marca blackberry che mi e stato dato qualche mese fa dallazienda per cui lavoro si e gia rotto come potete vedere da come sto scrivendo senza punteggiatura e accenti etc etc praticamente si e rotto un tasto della tastiera e sembra che non si riesca ad ordinare il pezzo di ricambio cioe il sottotastiera che anche se si dovesse trovare costerebbe almeno cinquanta euro in qualche modo mi arrangero ma era solo per dire che trattasi di obsolescenza programmata bella e buona non solo il telefono si e rotto quasi subito ma non si trovano i ricambi mai piu blackberry e forse sarebbe il caso di dire mai piu telefoni cellulari perche credo che il problema riguardi tutte le marche di cellulari forse un giorno chissa punti esclamativi
La tecnologia di oggi VIVE di obsolescenza programmata, guardate gli smartphone. Mettono "un desiderio" nel modello appena uscito, così poi incredibilmente lo soddisferanno con il modello successivo.
Balasso dice che "non sappiamo più cosa desiderare perché non siamo più capaci di meravigliarci". Vi consiglio fortemente di guardarlo, è molto utile e fa riflettere nel suo stile simpatico e pungente. youtube.com
Eccoti un bel video animato che riguarda gli smartphone e l'obsolescenza programmata....quasi apocalittico, ma e' la verita'.
La societa' dei consumi e l'obsolescenza programmata, la combinazione che minaccia l'esistenza
m.youtube.com
Sempre Natalino Balasso qui fa il discorso per il 2018. m.youtube.com
Forse era meglio se mandavano in onda questo anziché quello del nostro ufficiale presidente. Magari qualcuno si sarebbe dato una svegliata!
L'altro giorno sono stato criticato scherzosamente dai miei amici perche' il mio telefono cellulare "ha ancora i tasti", mentre loro hanno tutti il touch screen. La persona che mi criticava maggiormente mi ha anche confermato che il suo moderno telefono touch screen avrebbe dovuto sostituirlo a breve, perche' sarebbe uscito il nuovissimo modello piu' aggiornato. Non so se c'entra, ma questa persona e' molto devota e cattolica (ha avuto una conversione recente e va una volta al mese a Medjugorje, etc), gira con il rosario al collo, ma veste tutto griffato. Insomma questo contrasto tra una estrema devozione cattolica ed il consumismo (forse inconsapevole?) mi ha fatto un certo effetto. A suo fratello invece, che aveva anche lui un rosario al collo, ho chiesto se anche lui si fosse convertito e mi ha risposto:"assolutamente no. Questo rosario l'ho metto perche' va di moda, non lo sai?" Questa risposta ha aggiunto ulteriore disagio al mio stato, che gia' di per se era un po' confuso.
Considerando che non sto parlando di sconosciuti, ma di persone con cui ho condiviso parecchio durante gli anni passati, mi sono chiesto perche' succede tutto cio' e dove stiamo andando...
Infine, per rimanere nel tema di questa Buona Pratica, posso solo confermare che il mio telefono con i tasti, marca Blackberry (in realta' non e' mio ma dell'azienda per cui lavoro che me lo fornisce) e' veramente una schifezza. Nel giro di 4/5 anni avro' cambiato almeno 4 di questi telefoni (sempre Blackberry) perche' hanno subito dei guasti "irreparabili" e incredibilmente sempre diversi. Questa storia dell'obsolescenza programmata e' veramente una truffa legalizzata!
Ma Don, è proprio il caso di dire "santo cielo, questi amici!!" cerca ci portarli sulla buona strada! (no, il rosario, così esibito al collo, no!! digli che sarà anche di moda ma è contro ogni tentazione, e soprattutto senza senso usato come "accessorio", ma questo secondo argomento temo sia poco convincente!), comunque a parte gli scherzi, io, nella mia ignoranza "telefonica" pensavo che tutti i Blackberry, anche l'ultimissimo modello, avessero proprio per scelta di sistema la tastiera (qwerty, come quella dei pc) quindi, ma dico forse, a questo punto, sono proprio due sistemi differenti il Blackberry rispetto al uno smartphone senza tasti, non c'entra il modello più o meno nuovo (qui ci vuole un giovanissimo che ci illumini); e riguardo ai guasti è verissimo: sono sempre TUTTI con qualche problema... e se non è obsolescenza programmata interviene anche "il difetto di fabbricazione" (a me è successo con il forno: è esploso da solo il vetro temperato dello sportello dopo soli 5 anni, diagnosi: difetto di fabbricazione, anzi state attenti con i bambini piccoli, io prima non ci pensavo proprio che il vetro del forno potesse esplodere "a freddo" - e sì che sono pessimista e vedo pericoli ovunque!).
Forse e' meglio farsene di nuovi di amici, che la pensino come te e non ti critichino per quello che fai/pensi relativamente all'ecologia. Anche se certamente non smettero' di fargli notare queste cose. Per esempio ad un certo punto ci siamo spostati in una zona all'aperto del locale perche' dovevano fumare. Le sigarette le lanciavano nel canale a fianco e gli ho fatto notare che c'erano dei posacenere sui tavolini non occupati. "Hai ragione" mi hanno detto...
Non so risponderti relativamente ai telefoni a tastiera/touch screen, che vuoi che ne sappia, per fortuna ho altri interessi. Posso solo riconfermare che il Blackberry e' una fregatura, anche quello che ho adesso si sta rompendo (praticamente la plastica che ricopre i bordi si stacca a pezzettini e senza che il telefono mi sia mai caduto...)
Nonostante la Apple sia stata condannata, avendo perso la causa per la batteria dell'iPod con una durata di vita programmata di diciotto mesi (senza che ci fossero batterie di ricambio sul mercato) la stessa continua a violare allegramente i regolamenti, preferendo pagare delle multe piuttosto che assumersi il rischio di una riduzione delle vendite, con il relativo aumento dei costi. Ad esempio, l'Unione europea ha adottato una direttiva che impone un tipo unico di caricatore per i telefoni cellulari. Anche qui, la Apple preferisce pagare una multa ridicola piuttosto che rispettare la direttiva. E non e' la sola. Esistono ancora dieci caricatori differenti per otto produttori di cellulari! Il caricatore unico, che doveva entrare in uso generalizzato gia' nel 2012, eviterebbe 100.000 tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici.
La gente cambia il cellulare in media ogni diciotto mesi (!!!), dunque perche' allungare la vita del prodotto oltre i ventiquattro mesi? "Conoscete qualcuno - domanda David Owen - che abbia comprato un Iphone 4 perche' il suo Iphone 3 non funzionava piu'?
La decisione controversa della Apple di dotare l'Iphone di una pila non sostituibile e' stata giustificata con la fretta dei consumatori di sostituire il loro vecchio modello con uno piu' recente, anche se la pila del precedente era ancora al massimo della potenza, o quasi.
(Fonte: Serge Latouche "Usa e Getta - Le Follie dell'obsolescenza programmata")
un altro modo per combattere questa tendenza allo spreco sarebbe quello di imparare a riparare da soli gli apparecchi non funzionanti, avvalendosi della competenza di tecnici e riparatori “virtuosi” . In realtà in alcune regioni qualcosa si sta muovendo in questa direzione, dalle mie parti ( lazio ) non molto, ma c’è stata l’iniziativa del Nuovo Cinema Palazzo per la giornata del riuso in cui si potevano portare oggetti non funzionanti e con l’aiuto degli addetti ai lavori imparare a ripararli, a farne giocattoli o a recuperare dai meccanismi parti funzionanti che possono essere utili per altri impieghi
Ciao Marcella e grazie per la tua partecipazione a questa discussione sulla obsolescenza programmata. Su Contiamoci esiste anche una pratica specifica relativamente a quanto commenti per quanto riguarda gli elettrodomestici e si chiama "come ridurre i rifiuti elettronoci" contiamoci.com qui si parla dei "restart party" incontri realizzati appositamente con la finalita' di aggiustare ed insegnare ad aggiustare gli oggetti che si sono guastati. Purtroppo di questi eventi si parla raramente su TV e quotidiani perche' queste attivita' contrastano la logica consumistica della crescita economica infinita e del produci/consuma/crepa che e' il dogma fondamentale su cui si basa l'obsolescenza programmata che regge il consumismo.
non prendetemi per l'avvocato del diavolo, ma moltissimi oggetti funzionanti finiscono in discarica: quindi incolpare i produttori è in parte demagogico.
ci è stata sottratta la mentalità del riutilizzo e della riparazione di vecchie cose. da chi? incolpare la pubblicità è come sparare sulla croce rossa. pensiamo invece a quali scelte politiche concrete sono state fatte per andare nella semplice direzione del buon senso: quanti altri contributi rottamazione dobbiamo aspettarci?
i luoghi comuni e la miopia rendono la vita comoda. sì, oggi.
Ciao bebabi34, e' tutto giusto quello che scrivi. Io infatti consigliavo di prendersela con le aziende quando gli oggetti si rompono per obsolescenza programmata. Relativamente agli oggetti funzionanti che vengono gettati questo ha piu' a che vedere con l'obsolescenza percepita.
Io credo che noi singoli possiamo fare molto in questo senso, come ho suggerito nella Buona Pratica, ma e' certo che per avere grandi risultati ci devono essere le politiche giuste, come dici tu. Relativamente agli incentivi sulla rottamazione io avevo anche inserito la Buona Praticha "Non rottamiamo le nostre auto".
la mia auto compie 20 anni in questi giorni (eh, sì, allora le facevano per durare!).
almeno per l'obsolescenza percepita dei bei mercatini dell'usato servirebbero molto. e un buon psicanalista. o un po' di sano volontariato.
Ciao, penso che se fosse realmente come dici tu queste auto non potrebbero assolutamemte circolare. Infatti sono soggette alle regolari revisioni biennali imposte dalla motorizzazione civile. Quindi, a meno che le leggi anti inquinamento non siano troppo di "manica larga" (questo non so dirtelo) non dovrebbero essere cosi inquinanti. Per certo so solo che i revisori sono molto severi al controllo dei gas di scarico (a me e' capitato una volta di non essere in regola ed ho dovuto intervenire sulla marmitta). Certamente consumano un po' piu' carburante ma personalmente ne faccio un uso limitato. E' fuori dubbio pero' che si risparmia molto sui pezzi di ricambio perche' sono auto piu' semplici (hanno pochi optional o quasi nessuno e quindi meno rischi di guasti) ma piu' robuste, non costruite per rompersi dopo poco tempo...io non mi ricordo l'ultima volta che sono intervenuto sulla mia per un problema, non si guasta (quasi) mai...anche se e' meno confortevole di un auto moderna (facciamo valere l'equazione persona semplice = auto semplice). Quindi tornando alla tua considerazione, se veramente un'auto di 20 anni fa inquinasse come 10 auto moderne, dovrebbero togliere al proprietario l'autorizzazione alla circolazione e non, come avviene oggi, richiedere semplicemente l'obbligo alla revisione biennale e al pagamento del bollo che autorizza il mezzo alla circolazione.
In ogni caso le auto, vecchie o nuove che siano, inquinano comunque...purtroppo!
Un'auto di più di 20 anni non ha neanche il catalizzatore, quindi inquina probabilmente come 20 auto di oggi! Le revisioni non sono uguali per tutti in quanto sono eseguite tenendo presenti solo i limiti di co2 ed altri gas che vigevano al momento della produzione della suddetta auto. Per un'auto di 50 anni fa sono quindi, dicendo un eufemismo, nulli! Oggi le normative prevedono limiti molto severi per CO2, NOx, PM10 ecc... alle quali i costruttori devono sottostare (euro4, 5, 6 ecc...); tutte cose inesistenti prima del 1994, quando ognuno faceva quello che voleva (tanto è vero che c'era la benzina SUPER con il piombo che è un noto cancerogeno). Io lo sò bene perchè ho venduto ricambi auto per 6 anni! Poi ognuno può dire ciò che vuole, al giorno d'oggi tutti pensano di essere degli scienziati...
Personalmente non penso di essere uno scienzato, ho semplicemente fatto una considerazione sulla base di quello che vedo che sta accadendo relativamente a questo argomento. Se è come dici tu come è possibile allora che queste auto possano circolare? C'è qualcosa che non funziona in questo sistema che regola la circolazione delle vetture più vecchie di 20 anni. A questo punto dovrebbero vietarne drasticamente la circolazione (limitandola per esempio ai raduni di auto d'epoca) e non obbligare i proprietari a revisioni (a questo punto "fasulle") spillando loro quattrini e mantenendo in circolazione un parco macchine altamente inquinante. E Invece io, con il mio maggiolino del 1965, posso fare tutti i chilometri che voglio , inquinando come un pazzo e nessuno mi può dire niente. Non sei d'accordo anche tu che a questo punto dovrebbero vietarne la circolazione?
Le auto di oltre 20 anni rientrano nella categoria "auto d'epoca", non sono soggette a bollo, hanno controlli per forza di cose differenti dalle altre (che vuoi controllare i fumi di scarico di una macchina a benzina super senza catalizzatore?) e regolamentazioni a parte. Andrebbe sicuramente vietata la circolazione di queste auto (e lo è durante i blocchi del traffico).
Ciao Yliharma, nel caso del bollo ti sbagli. Le autovetture d'epoca pagano il bollo. In maniera ridotta ma lo pagano (te lo confermo personalmente e, ne mio caso, sono circa 30 euro all'anno). Per quanto riguarda la revisione (che ha lo stesso costo delle autovetture moderne) la vado a fare dove la fanno tutte le altre autovetture, poi non so se i paramentri inseriti in computer siano diversi. Io sarei felice se ci bloccassero tutti per questo motivo, ma allo stesso tempo vorrei che bloccassero anche tutti quei camion/furgoni che ogni giorni mi affumicano (la mia auto non fa tutto quel fumo nero ma forse questo non e' un parametro per stabilirne il tasso di inquinamento). Ciao e grazie!
Ciao Yliharma, il bollo per l'auto d'epoca lo pago da tantissimi anni e non solo da dicembre. Volevano fare delle modifiche (forse a livello regionale, ma non ne sono certo) ma al momento mi sembra che non sia cambiato nulla. Forse le autovetture che proprio non lo pagano sono quelle iscritte all'ASI (registro auto storiche italiane). Ma un'autovettura di 20 anni non viene iscritta automaticamente all'ASI. Ci vuole una procedura particolare e non e' detto che venga accettata (sono richiesti dei requisiti particolari). Altrimenti tutti lo farebbero.
E' uscita ad aprile 2015 una nuova edizione riveduta ed ampliata del libro di Serge Latouche del 2013 "Usa e Getta - Le follie dell'obsolescenza programmata". Edizioni Bollati Boringhieri.
Attenzione a cosa scrive Latouche a pag. 13 relativamente alla rottamazione delle vecchie auto, argomento di cui si sta discutendo in questa Buona Pratica:"...per compensare lo spreco energetico rappresentato dalla rottamazione di una vecchia automobile, bisognerebbe tenere il nuovo modello per decenni".
E invece le auto nuove, se oggi arriviamo a tenerle per dieci anni e' gia' tanto...quindi ok la rottamazione per acquistare auto meno inquinanti ma a patto che le nuove auto durino decenni (cosa che attualmente non avviene perche' soggette a obsolescenza programmata e percepita), altrimenti siamo punto e a capo. E mi sembra che il ragionamento di Latouche fili perfettamente.
Vero. Sarebbe bene considerare quanto ha inquinato costruire l'auto "moderna" e quanta energia è stata usata per costruire l'auto moderna.
E quindi fare un bilancio.
Si rischia che l'inquinamento della macchina vecchia sia minore dell'inquinamento per costruire la macchina nuova + quello che inquina la macchina nuova.
Infatti spesso le aziende ci fanno credere che e' bene cambiare l'auto o gli elettrodomestici perche' conviene ed inquinano meno di quelli che possediamo ma...quanto ci dureranno questi nuovi acquisti? Questo aspetto e' fondamentale ma non e' mai considerato. Se in 20 anni devo comprarmi tre automobili preferisco tenermi la mia per tutta la vita!
Mi riallaccio a tutti i post precedenti che riguardano il fatto di circolare con automobili "vecchie" più di 20 anni che inquinano molto di più delle auto nuove. Oltre al fatto, come già detto, che un'autovettura nuova per essere veramente meno impattante dovrebbe avere una durata di svariati decenni (cioe' non basta inquinare di meno con i gas di scarico, e' necessario che l'autovettura abbia una lunga durata, altrimenti non si bilancia l'impatto dei materiali usati per la produzione ed il suo successivo smaltimento) c'e' un fatto personale che può sollevare tutta la questione. E cioè, per fare un esempio, se io circolo con un'autovettura degli anni 70/80/90 che produce un inquinamento maggiore di un'auto moderna ma (come cerco di fare io) conduco uno stile di vita sobrio, volto alla decrescita felice (riuso e riciclo, acquisti limitati, tutto ridotto all'essenziale per vivere etc) tutto ciò dovrebbe bilanciare il fatto che la mia auto inquina più di una nuova. Certo questo concetto può essere variabile e dipende anche da altri fattori (per esempio da quanti chilometri faccio con la mia auto). Ma in generale se ci pensiamo bene, negli anni 70/80 circolavano tutte queste auto molto inquinanti e non catalizzate ma lo stile di vita delle persone era più sobrio. Quindi, per fornire un dato statistico: nonostante le auto fossero così inquinanti, l'overshoot day negli anni 70 arrivava a novembre/dicembre e non come adesso ad agosto (per overshoot day leggi qui contiamoci.com). Come mai? Certo, le auto in circolazione a quei tempi saranno state molto meno di quelle di oggi ma, se affrontiamo il problema seguendo anche la logica che ho descritto sopra, ciò che è veramente fondamentale è condurre uno stile di vita essenziale (cosa che fanno in pochi) e non tanto avere l'auto super catalizzata che inquina il meno possibile che però si cambia dopo neanche dieci anni (cosa che fanno in molti).
Se poi una persona conduce uno stile di vita sobrio, si compra un auto nuova che inquina poco e la tiene almeno 20/30 anni allora sarebbe perfetto. Anzi no...perfetto sarebbe non comprarsi più l'auto!
Purtroppo, è difficile risolvere questo problema ognuno per se. Se io voglio usare il pulman, devo averlo a disposizione...quindi si parla di politica, decisioni dall'alto. quando avremo il mezzo poi valuteremo se comodo o no, costoso o risparmioso. Poi se la macchina è vecchia e non te la senti di fare il viaggio fino in Sicilia, perchè non ha il clima, non ha il comfort ecc e prendi un aereo magari mezzo vuoto siamo al punto di partenza. Come al solito ci vuole la via di mezzo,un utilitaria economica dei giorni nostri è meglio di un suv da 200cv ma anche di un Alfa Giulia 1300 che ha 30 anni. E se perdi 2 ore al giorno coi mezzi, quando magari in macchina ci vuole 1/4 del tempo, allora il tempo recuperato dedicalo a una partita con tuo figlio, e il risultato ecologico-sociale sarà maggiore. buon estate
Ciao fuochistaverde, io credo che prima di tutto ognuno debba fare le proprie valutazioni personali in base alle proprie esigenze, facendo le scelte migliori a livello di riduzione dell'impatto ambientale personale. Aldilà delle politiche e delle decisioni dall'alto, se ognuno di noi si facesse un esame di coscienza per capire cosa può limitare/eliminare dalle proprie abitudini per aiutare l'ambiente otterremmo un risultato strepitoso a livello di miglioramento ambientale. Purtroppo come già ho avuto modo di commentare proprio ieri sulla Buona Pratica "Overshoot Day" contiamoci.com il problema è che le singole persone non si sentono direttamente coinvolte nel problema dell'inquinamento, pensano che dipenda da altri fattori non imputabili direttamente a loro e continuano a condurre uno stile di vita impattante senza preoccuparsene minimamente.
Non sarebbe male, per diffondere la consapevolezza del concetto di obsolescenza programmata, preparare degli adesivi da mettere su auto, o in altri posti con visibilita', con scritto qualcosa del tipo "ORA BASTA! Anche tu sei vittima inconsapevole dell'OBSOLESCENZA PROGRAMMATA. Informati!"
Magari qualcuno comincia ad icuriosirsi su questa cosa e a capire cosa sta succedendo (o cosa e' gia' successo purtroppo...). Tanto oggi si fa presto ad informarsi, non serve piu' andare in biblioteca, basta digitare la parola sul telefonino, etc Questo perche' mi sono accorto che quando provo a spiegare questo concetto a qualcuno, nella maggior parte dei casi le persone non hanno mai sentito nominare queste "due parole assieme" (del resto in TV e quotidiani si parla di obsolescenza programmata secondo voi?...).
Anche scrivere una frase sull'obsolescenza programmata in calce alle nostre e-mail (o meglio ancora all'inizio...visto che in calce si leggono poco etc) potrebbe essere un mezzo di per diffonderne piu' rapidamente la consapevolezza.
Vi siete mai chiesti perché certi giocattoli si rompono subito? Perché è così faticoso trovare pezzi di ricambio per un elettrodomestico? Perché il computer che avete in casa dopo pochi mesi è già diventato un pezzo da museo? La risposta è più semplice di quanto, forse, immaginate e si racchiude in appena due parole: obsolescenza programmata. Significa che vi sono prodotti che vengono progettati e costruiti per durare poco, rompersi in fretta ed essere così continuamente sostituiti. Il ragionamento è impietoso ma chiaro: sembra che il sistemo economico-monetario che regola la nostra società stia in piedi solo se si continua a "consumare" senza sosta e per avere la certezza che ciò avvenga occorre creare il "bisogno", la "necessità". Quindi, cosa c'è di più efficace del mettere a disposizione dei consumatori oggetti pensati e realizzati per durare poco, in modo che vengano costantemente ricomprati?
Un recente studio tedesco spiega come numerosi elettrodomestici e prodotti di uso comune vengono programmati, dagli stessi produttori, per rompersi dopo 2 anni, cioè dopo la scadenza del periodo di garanzia stabilito dalla legge. Intanto in Francia è stato presentato un disegno di legge per la lotta contro l'obsolescenza pianificata e per facilitare la riparabilità dei prodotti.
Secondo un recente e clamoroso studio realizzato in Germania, molti elettrodomestici e numerosi oggetti di uso quotidiano sarebbero programmati dai produttori stessi per rompersi velocemente, ma solo dopo la scadenza del periodo di garanzia, che, almeno per gli apparecchi elettrici, corrisponde a 2 anni dalla data di acquisto.
L'interessante reportsi intitola “Geplante Obsoleszenz - Entstehungsursachen - Konkrete Beispiele – Schadensfolgen – Handlungsprogramm”(“Obsolescenza programmata – Analisi delle cause - Esempi concreti - Conseguenze negative – Manuale operativo”) ed è stato commissionato dal gruppo parlamentare tedesco Verdi-Bündnis90 e realizzato da Stefan Schridde, esperto in Business Administration, e Christian Kreiss, docente di Business Management all'Università di Aalen (Germania meridionale).
I due esperti hanno esaminato oltre 20 prodotti definiti “di massa”, cioè di uso estremamente comune, ed hanno analizzato le varie strategie attraverso le quali i produttori pianificano a tavolino questa obsolescenza “precoce”.
Tra gli elettrodomestici, ad esempio, vengono analizzate le stampanti a getto di inchiostro. Dopo aver effettuato un numero (prestabilito a monte) di alcune migliaia di pagine, sul display delle stampanti compare una scritta che indica la “necessità” di una riparazione, mentre in realtà, riuscendo ad azzerare il “contatore” che legge il numero di pagine stampate, l'apparecchio funziona ancora perfettamente.
Esaminando le lavatrici, invece, gli studiosi hanno scoperto che, troppo spesso, le barre di riscaldamento degli apparecchi vengono realizzate con leghe e/o metalli che si arrugginiscono molto facilmente. Così facendo, la loro sostituzione risulta antieconomica per il cliente, che viene costretto, dai produttori stessi, a comprare una nuova lavatrice.
Stefan Schridde e Christian Kreiss hanno esaminato oltre 20 prodotti definiti “di massa”
E poi ci sono gli spazzolini da denti a batteria, dove la pila è sigillata all'interno ed è praticamente impossibile sostituirla quando si scarica. Ma lo stesso discorso vale per i capi d'abbigliamento: nei giacconi invernali, ad esempio, i denti delle chiusure lampo sono fatti “a spirale”, in modo da rompersi molto prima del dovuto. Per le scarpe vengono utilizzate suole incollate che non solo si consumano molto presto, ma che non si possono neppure “scollare”. Col risultato che un paio di scarpe semi-nuove, che potrebbe benissimo essere riparato, diventa di fatto inutilizzabile.
Secondo Schridde e Kreiss, quindi, le aziende utilizzerebbero, intenzionalmente e su vasta scala, materiali scadenti e inserirebbero in prodotti o elettrodomestici tutta una serie di “punti deboli”, in modo che questi siano destinati a rompersi o usurarsi molto rapidamente. Le conclusioni del report sono sorprendenti: “L'obsolescenza programmata è, ormai, anch'essa un fenomeno di massa”, ha dichiarato Schridde al periodico tedesco “Sueddeutsche Zeitung”.
Gli autori sottolineano, inoltre, il fatto che il fenomeno dell'obsolescenza pianificata va di pari passo con “il graduale deterioramento della qualità” e con la “massimizzazione dei profitti” da parte dei produttori. La mancanza di qualità, infatti, viene ampiamente “ricompensata dalla crescita degli utili” nel breve-medio periodo.
Il problema dell'usura 'precoce', in realtà, non è un fenomeno del tutto inedito. Da anni, ormai, associazioni e gruppi di attivisti denunciano l'obsolescenza “pianificata” a tavolino dai produttori, ma lo studio di Schridde e Kreiss fa un importante passo avanti.
La maggior parte dei prodotti in commercio sono fatti per durare poco ed essere utilizzati solo per brevi periodi. Troppo spesso non esistono i pezzi di ricambio oppure sono così costosi che all'utente finale conviene comperare un elettrodomestico nuovo, invece che farlo riparare. Questa obsolescenza programmata, però, fa male a tutti: a noi stessi, alla collettività, all'ambiente.
L'usura precoce provoca un enorme spreco di risorse naturali, un aumento dei rifiuti ed un rilevante danno economico per l'intera collettività
L'usura precoce e pianificata a tavolino provoca un inutilespreco di risorse naturali, un aumento esponenziale di rifiuti nelle discariche (per non parlare di tutti i metalli rari e preziosi presenti nei RAEE-Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e un enorme danno economico che ricade non solo sui singoli cittadini, ma anche sull'intera collettività.
Secondo i due esperti, infatti, se i consumatori tedeschi non fossero “costretti” a comprare continuamente elettrodomestici e prodotti nuovi a causa dell'obsolescenza programmata, potrebbero risparmiare, complessivamente, 100 miliardi di euro all'anno. È questa l'entità dei “danni economici” causati dall'obsolescenza pianificata nella sola Germania.
Lo studio si conclude con un vero e proprio “manuale pratico” nel quale gli autori danno ai lettori “oltre 70 consigli e suggerimenti per mostrare come i singoli cittadini, la società civile, i produttori e, soprattutto, la politica possono agire al fine di arrestare il fenomeno dell'obsolescenza programmata”.
Stefan Schridde, infine, ha anche lanciato una campagna di informazione online su questo tema, dal titolo significativo “Murks? Nein Danke!” (che possiamo tradurre con l'espressione “Fregatura? No grazie!”). Come spiega lo stesso Schridde, si tratta di una “campagna contro la produzione di beni effimeriattraverso l'obsolescenza programmata e in favore di prodotti sostenibili e di qualità, cioè in favore della facilità di riparazione, ottimizzazione dell'usabilità, fornitura gratuita dei pezzi di ricambio, miglioramento dei periodi e dei regimi di garanzia, efficienza nell'uso delle risorse, economia circolare basata sul riciclo”.
Intanto in Francia, il gruppo parlamentare ecologista al Senato ha da poco presentato un disegno di legge per la lotta contro l'obsolescenza pianificata e per facilitare la riparabilità dei prodotti. Questo potrebbe coincidere con l'estensione del periodo di garanzia a tre anni per i beni commercializzati entro il 2014, a quattro per quelli immessi sul mercato nel 2015 e cinque anni per quelli commercializzati nel 2016, e con l'introduzione di un reato di obsolescenza, punibile con due anni di reclusione e una multa di 37.500 euro.
ciao, per le cose grandi tipo lavatrici o frigo, ci sono delle marche che sbandierano slogan tipo testato per durare 20 anni. Mi chiedo se sono ami per far abboccare qualche spendaccione o se come diceva mio nonno: 'chi più spende meno spende'. Ci vorrebbe una rete di passaparola...Detta questa premessa c'è chi ti fa anche un fittizio conto ecologico del tipo: spendi 1000 euro per una classe A che dura 20 anni quindi sono 2000 lavaggi con spesa x e y per acqua e corrente , mentre se spendi 500 euro per una in classe A+ ti fai 1000 lavaggi spendendo e consumando meno e con altri 500 euro tra 10 anni ne prendi una con A+++++++ e fai altri mille lavaggi spendendo ancora meno risorse .
cosa ne pensate? tra l'altro per la pace famigliare dovrei prendere un'asciugatrice...
Secondo me se lo slogan dice:"testato per durare 20 anni" anche la garanzia dovra' essere di almeno 20 anni, altrimenti se lo possono pure tenere...vorrei vedere quanti di quegli elettrodomestici pubblicizzati arrivano a durare 20 anni, forse solo quelli che rimangono nei magazzini invenduti (ma secondo me alcuni di quelli rompono anche solo a rimanere fermi...).
Scusa Don, mi permetto di portare anche in questa pratica il video che tu avevi postato già sulla buona pratica "Stop al consumismo!" e che davvero, per chi non l'avesse visto, è da guardare perché è "illuminante"a dir poco... (specialmente la parte della discarica in Ghana che non lascerà indifferenti) youtube.com; poi ne lascio uno di Balasso youtube.com che dice le stesse cose in chiave più leggera e divertente (no, divertente non tanto purtroppo, perché è troppo vero).
Ok Irene, grazie! Il video di Balasso non mi sembra di averlo mai visto prima. In effetti dice le cose veramente come stanno anche se forse manca un riferimento relativo al danno che tutto cio' fa all'ambiente (cosa che si vede chiaramente nell'altro video). Dobbiamo smetterla di sottostare a questo sistema assurdo e perverso, per questo ho inserito questa Buona Pratica. Dobbiamo cambiare la nostra mentalita' che da' per assodato che "le cose di una volta duravano di piu'" accettando passivamente questo fatto gravissimo per l'ambiente e per la societa', che e' diventata schiava dell'usa e getta (e ricompra). Sembra che cio' faccia bene solo all'economia ma...anche l'economia e' andata in crisi e quindi il sistema e' fallito/finito. Quello che non si capisce e' che non e' un male che il sistema sia fallito/finito perche' tutti i sistemi, anche i piu' perfetti prima o poi falliscono/finiscono. E' un fatto naturale. L'errore piu' grave e' non riconoscere questo fallimento/termine naturale del sistema ed andare avanti a testa bassa con il produci/consuma/crepa che non e' piu' sopportabile dall'uomo e dal pianeta.
Ciao Oliver e grazie, avevo sentito di questa cosa e l'avevo segnalata anch'io in qualche commento di altra Buona Pratica (forse quella relativa al consumismo). Speriamo che passi presto la legge anche in Italia. Anche se, secondo me, non bastera' la legge. Perche' il diavolo, si sa, ha mille risorse, e troveranno dei modi per aggirarla. Per sconfiggere definitivamente questo cancro bisognera' fare delle azioni a sostegno della legge affinche' venga veramente rispettata.
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Tempo fa ero stato costretto a fare un duplicato della chiave dell'auto perché si erano guastati, per usura (obsolescenza programmata), i tasti di gomma della chiusura centralizzata. Alla Renault mi chiesero circa 130 euro, oltre a perderci un mattinata. Se lo avessi saputo prima avrei evitato questa spesa e mi sarei tenuto la chiave, utilizzando la chiusura manuale. Oggi siamo punto e a capo e la chiave ha lo stesso identico problema. I tasti di gomma si sono usurati e non funzionano più. Ero riuscito a trovare una soluzione temporanea ma adesso, cercando di risistemarla nuovamente il problema non è più risolvibile. Ho deciso che non cambierò nuovamente la chiave ed utilizzerò la chiusura manuale dell'auto (che, tra l'altro, ha quasi 400.000 km). Penso di aver fatto la scelta giusta, prima per l'ambiente e poi per il mio portafoglio. Sono desolato per il PIL, che non salirà...