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Lucy_eco_punk, 18/03/2015 — Il cibo recuperato crea comunità. L’affermazione di Marco Regoli di Foodsharing Torino è stata il punto fermo della mia riflessione in questi giorni di nuove scoperte e ho avuto modo di trovarne il riscontro pratico, guardando e interagendo con le persone e mettendo loro e le relazioni di mutuo soccorso, scambio e solidarietà al primo posto, senza nessun tipo di pregiudizio. Ricordo bene i loro volti sorridenti, le loro braccia volenterose, le loro parole di inclusione, integrazione, accoglienza in Italia come a Berlino.
Rifletto su ciò che sta a monte del consumo critico, cioè il non acquisto: un consumatore per essere davvero critico, deve vedere e toccare con mano prima quello che viene buttato via, cercare di consumarlo e poi magari decidere cosa acquistare. Sono sempre stata attenta a condurre uno stile di vita sobrio e a ridurre il più possibile gli sprechi, ma dopo questo giro fra i mercati nato per curiosità, vedo il mondo con altri occhi: quelli che non si indignano più davanti agli sprechi di questa società malata di sovrapproduzione, ma anzi vedono in essi il punto da cui far ricostruire un nuovo tipo di società diversa da quella attuale, basata sulla conoscenza (quella vera!) e sulla solidarietà.
Adesso quando vedo una mela perfetta, penso sempre che ne siano state buttate altre due per presentarmi quella mela così bella; è davvero incredibile quanto ci hanno abituati a pensare che un bel frutto sia necessariamente migliore di uno meno bello, concedendoci il lusso di buttarlo via. C’è crisi? Io ho visto che c’è cibo gratis e abbondanza per tutti e mi auguro che il foodsharing si estenda a macchia d’olio.
Per leggere sull'esperienza a Milano, Torino e Berlino, leggi qui lecopunkblog.wordpress.com
Grazie mille Irene, il mio post vuole essere un invito a recuperare il cibo per vedere e toccare con mano tutto ciò che viene buttato. A presto :)