Riporto una frase dello scrittore statunitense John Steinbeck (1902-1968) che e' perfetta per questa Buona Pratica:"Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone".
spiritualità zona etica cultura mente viaggiare
don_chisciotte, 30/11/2014 — Viaggiare non e' solo muoversi fisicamente ma anche con la mente. Ma sia che si viaggi nel verso senso della parola sia "idealmente" con la nostra fantasia, al nostro ritorno, solamente se avremo modificato qualcosa in meglio del nostro vivere quotidiano, trasmessoci da un'altra cultura, potremo dire di aver viaggiato veramente. Perche' viaggiare non e' solo scoprire e conoscere ma anche assimiliare e, soprattutto, mettere in pratica.
"Ho viaggiato molto e visto molte cose, diverse dalla mia cultura. Ma forse, mentre i miei occhi osservavano la mia mente non era concentrata o il mio cuore era distaccato da essa...Forse"
(donchisciotte)
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Riporto una frase dello scrittore statunitense John Steinbeck (1902-1968) che e' perfetta per questa Buona Pratica:"Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone".
Un grave errore che noi occidentali spesso commettiamo quando ci avviciniamo, non per studio ma per svago (turismo), a civilta' antiche o anche moderne ma appartenenti a paesi economicamente arretrati, e' quello di supporre che la nostra cultura sia sempre e comunque superiore. Cioe' il fatto che noi siamo "moderni" o il fatto che noi siamo "piu' ricchi" ci fa cadere nell'errore di ritenerci per questo in una posizione di privilegio culturale. Secondo me questo e' invece un segno di grande superficialita'. Considerando che non dovrebbero esserci culture superiori o inferiori ma semplicemente diverse, se ragioniamo come sopra non facciamo che confermare il contrario della nostra supposizione.
In risposta ad Irene70 a seguito di un suo commento sulla Buona Pratica "Smettere di viaggiare in aereo" contiamoci.com rispondo qui: Tu non sai quanto lotto, in caso di vendita di pacchetti di soggiorni prettamente balneari, per incentivare i clienti ad effettuare delle escursioni interessanti invece di starsene una settimana sulla spiaggia e prendere il sole (che dopo una settimana si è già sbiadito). Eppure molti non lo fanno e dicono di essere stati "di quà e di là" ma non hanno visto e conosciuto assolutamente nulla di quel luogo in cui hanno soggiornato. Io stesso mi sono trovato a riconoscere la mia inferiorità, in relazione alle conoscenze di una destinazione che avevo visitato, rispetto a chi non ci era mai stato ma si era debitamente documentato sui libri (...e quindi senza impattare sull'ambiente con un viaggio!). Inoltre aggiungo che, a mio avviso, spostarsi da un luogo all'altro per effettuare visite culturali durante un soggiorno/vacanza è meno stancante rispetto ad effettuare gli stessi spostamenti ma per altri motivi ordinari (lavoro, andare a fare la spesa, attività di impegno quotidiano) perchè mentalmente siamo predisposti in altra maniera. Diverso (e meno impegnativo) è cioè fare sforzi fisici per attività che ci pesano rispetto ad attività che ci appagano.
Fai benissimo a insistere (se e quando puoi)! Forse l'ideale (e ideale anche perché di difficile realizzazione!) per imparare veramente qualcosa da un viaggio sarebbe potersi fermare a vivere e lavorare nei posti visitati, altrimenti 3 giorni a Parigi o 5 in Egitto in un bunker/paradiso artificiale non lasceranno molto della "vita vera" se non, certo, ricordi di luoghi bellissimi (e questo comunque è già una bella cosa!). A proposito di viaggi nei paesi dove la "vita vera" è difficile (fuori dalle mura dei resort per turisti) una volta una ragazzina, nel raccontarmi la sua vacanza in Egitto in una di queste cittadelle artificiali (erano anche scortati, perché era uno dei periodi di agitazione), mi ha detto, con un tono che non mi era piaciuto per niente, che i camerieri mangiavano i loro avanzi dai piatti che portavano via: mi chiedo cosa quel viaggio abbia lasciato in lei di "vero" della cultura di quei luoghi al di là dell'uscita di snorkeling e il pensare che gli abitanti aspettassero tutti di mangiare gli avanzi di noi "ricchi (occidentali)"(quindi per questo non solo ricchi ma pure"benefattori")...