Bella pratica! La seguo di già! :)
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gastella, 08/10/2014 — L'Italia è una nazione meravigliosa, tutta. Tutta perchè ogni piccola e grande realtà ha le proprie specificità, le proprie caratteristiche e tradizioni, la propria cucina, le proprie abitudini...e la propria lingua. Innumerevoli influenze, dominazioni, passaggi, storie, lotte, conquiste, amori e furori hanno fatto l'Italia quella che è oggi. L'italiano è bellissimo. Ma non dimentichiamo le nostre radici. Le nostre radici linguistiche, quelle dei dialetti dei nostri bisnonni, ognuno diverso da paesello a frazioncina, tutti così belli e ricchi di termini e modi di dire, proverbi e perle di saggezza che stiamo lasciando morire nel silenzio. Parliamo il nostro dialetto! Impariamolo dai nostri nonni! È un patrimonio storico e culturale che sarebbe peccato rimpiangere: ci sono dentro i nostri alberi genealogici, le radici dei nostri uliveti, vigneti, dei nostri pascoli, dei nostri boschi! Mettiamo fine alla demonizzazione della lingua dialettale, ingiustamente discriminata per decenni. Parliamo il nostro dialetto!
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Bella pratica! La seguo di già! :)
In linea con questa buona pratica potrebbe esserci la (ri)scoperta e valorizzazione da parte di ognuno di noi del patrimonio musicale folkloristico. Musica suonata esclusivamente con strumenti acustici, cantata non necessariamente (ma preferibilmente) in dialetto e da cui si possono ricavare spunti e riferimenti derivanti dalle tradizioni locali...per continuare a tramandare.
Io sono del nord ma non conosco quasi per nulla il mio dialetto, un po' perché in disuso, un po' perché deve avere influenze francesi e tedesche (lingue che non parlo) mentre con quelli del sud ho più orecchio per la comprensione, frequentando assiduamente gente del sud, e avendo anche studiato latino, conoscendo un minimo di greco e parlando un pochino di spagnolo. Se riesco anche a pronunciare qualcosa lo devo alla musica. E' vero, è una ricchezza. Sono sempre stata convinta che nella vita più linguaggi si conoscono e meglio è; quindi: - verbale/non verbale (qualità della voce, atteggiamento posturale, gesti) - scritto/parlato - ceti diversi (ahimè) - gergo tecnico/ parlata colloquiale - lingua italiana (ma chi la conosce veramente?) e dialetti - infine lingue straniere Tutto questo permette di crescere, arricchirsi, cogliere occasioni (a tal proposito ricordo che chi dovrebbe cogliere occasioni per conto nostro al parlamento europeo, e a quanto pare questo capita più al bar che in seduta, è tagliato fuori perché non sa nemmeno l'inglese!)
Io sono nato in liguria, ma mia mamma è toscana. Vivo nel Veneto e sono riuscito a imparare il dialetto perchè avevo solo 5 anni quando sono venuto ad abitarci. Il dialetto ligure non lo parlo ma lo capisco perfettamente, il dialetto toscano idem, quello veneto lo parlo anche se sono molto influenzabile nelle cadenze perchè non è la mia origine. Quindi con i dialetti, e molto diversi tra loro, ho a che fare costantemente. Io sono sempre stato convinto che il dialetto ti dà un senso di appartenenza. Il fatto che di questi tre dialetti nessuno mi appartenga al 100% come padronanza mi è sempre dispiaciuto un pò perchè sento che mi manca sempre qualcosa di quella terra a cui si riferisce.
Penso anch'io che i dialetti siano una risorsa che deve essere tramandata, anche perché le iniziative che riguardano la valorizzazione dei dialetti di solito sono legate ai vecchi "saperi", ai vecchi modi del "fare" in modo naturale e quindi di solito c'è sempre un legame con la terra e le modalità di vita più sostenibili. Bisogna però stare attenti a non far pesare a chi non sa parlare il nostro dialetto questa cosa (io per esempio, ma sarà successo a tanti altri, vivo da sempre in Veneto ma sono di origine toscana e da piccola di dialetto non dicevo una parola: tantissime volte sono stata emarginata o additata dai bambini e non solo per questo motivo; ora se voglio, lo parlo perfettamente ma se mi trovo a farlo è ancora per essere "accettata"; oggi comunque questo pericolo è veramente raro, si è quasi ribaltato direi).
D'accordissimo. Qui in Puglia c'è una forte e diffusa riscoperta dei canti e delle danze popolari: tarantelle, pizziche e tammurriate allietano e divertono svariate feste, mercati, manifestazioni, anche con stages e laboratori!
Anche qui in provincia di Varese sta emergendo la Pizzica :-) (e mi pare che la sappiano suonare anche bene!)