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saperepopolare, 06/10/2014 — Ho letto alcuni pensieri di Eduardo De Filippo da "Lezioni di Teatro" tenute presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 1981: "(...) Si dice che nella vita dell'uomo c'è un punto di partenza ed un punto di arrivo, di solito riferiti all'inizio e alla fine di una carriera. Io invece sono convinto del contrario: il punto di arrivo dell'uomo è il suo arrivo nel mondo, la sua nascita, mentre il punto di partenza è la morte che, oltre a rappresentare la sua partenza dal mondo, va a costituire un punto di partenza per i giovani (...) Dunque, questi miliardi di punti di partenza, che miliardi di esseri umani, morendo, lasciano sulla terra, sono la vita che continua. La vita che continua è la tradizione. Se un giovane sa adoperare la tradizione nel modo giusto, essa può dargli le ali...".
La "tradizione", nel corso del tempo, è nata dal "sapere" di una persona ed è poi divenuta di tante persone, di quelle che lo hanno condiviso, facendolo diventare uno "stile di vita" o un "fare riconosciuto", cioè di pubblico dominio. Viviamo ora un'epoca in cui il concetto di privato è spesso distorto, compreso il nostro "saper fare", qualunque esso sia. Questa strada preclude il futuro di tutti, avvantaggiando chi può trasmettere il "sapere" (un certo tipo di "sapere") in modo super-virale e con più supporti (tutti i media possibili) mettendo spesso mano a risorse economiche cospicue.
Occorre tornare a ri-conoscere il nostro proprio individuale "saper fare" come utile alla società, perché ognuno, nessuno escluso, è specialista in un determinato settore...basta scoprirlo..."Saper fare per far sapere!". Si tratta di trasmettere la nostra personale "tradizione", ovvero le nostre capacità - "di mano o di testa" - che abbiamo raccolto come una sorta di "dote" dalla generazione passata. Aumenteremo così anche la nostra autostima...e, forse, come suggeriva il Maestro Eduardo De Filippo "metteremo le ali" a chi è ora più giovane di noi. Ognuno di noi può costruire un pezzo di futuro migliore, ognuno di noi "è" il futuro!
Ciao caro, ho lavorato per 8 anni su questa specifica tematica (mediante il teatro) nello specifico incontrando e intervistando anziani nelle case di riposo, spesso dimenticati da tutti. Ricchissimi dentro e con storie immense da raccontare, un signore era della Legione Straniera, quindi puoi immaginare...potrei parlarti delle ore, ma preferisco inviarti/vi un breve video, una spremuta... youtu.be ps: io sono quello che suona il tamburello...e mi chiamo Michele Santoro
... beh, che dire, grazie!! per questi (preziosi) fili tesi...
Grazie Roberto, visto e piaciuto. Apprezzo molto quello che fate. Quello che dice la Dott.sa La Rocca al minuto 8:15 è proprio i linea con quello che ho scritto io nel mio post precedente....io poi, che i miei nonni non li ho proprio mai conosciuti, ho sentito la mancanza di queste importanti figure fin da piccolo. Ti ringrazio e ti faccio i complimenti anche per il tuo senso del ritmo! Ciao.
Ti chiedo scusa, volevo dire "Grazie Michele"...l'età avanza anche per me...ciao!