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luigi_656, 16/06/2014 — Mittente-Oggetto: una coppia da non sbagliare.
A spanne, ogni giorno mi arrivano un centinaio di mail. Il 30 percento le scarta direttamente il benemerito gmail, che le riconosce e le bolla: Spam!
Una trentina le scarto io senza nemmeno aprirle. Ne restano una quarantina da leggere. E qui scatta l'arrabbiatura. Possibile che fior di testate, di aziende, associazioni, enti pubblici abbiano un mittente anonimo e insipido, di una sola parola o due, tipo: info, comunicazioni, direzione, posta, sede, ufficio centrale. Il peggiore di tutti i mittenti (e chiedo scusa per la categoria) lo usiamo spesso noi giornalisti: Ufficio Stampa. Maddeché! Oppure, al contrario, sbrodolano: Direzione Centrale per la Comunicazione dell'Istituto... E così il nome va a finire in fondo, e la mail nel cestino.
L'errore nasce, a volte, perché il nostro mittente, cioè quello che leggiamo noi scrivendo, è diverso da quello che arriva al destinatario. Provate a spedirvi una vostra mail e ve ne assicurate.
E veniamo all'oggetto. I caratteri a disposizione sono pochini, perciò impariamo a togliere tutto quello che è possibile. Insomma, l'oggetto deve essere un po' come una notizia: chi, che cosa, dove, quando e perché. Evitiamogli oggetti di una sola parola, come: informazioni, richiesta, comunicazione, domanda, evento, risposta, sondaggio, corso. Non invogliano a leggere e non si capisce se queste cose le state chiedendo o se le state fornendo. Meglio scrivere in oggetto direttamente: vorremmo sapere se... Oppure: abbiamo organizzato una festa, una riunione. Siamo presenti alla Fiera di ... dal ... al...
Altro dramma sono gli allegati. Ma ce li giocheremo in un altra puntata di Contiamoci.
Ciao da Luigi BricoBriciola www.banchetempo-flash.it Milano
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