spiritualità zona etica buonsenso

irene70 irene70 - disiscritto, 23/05/2014 — Ogni tanto limitiamo le nostre pretese perché l'obbligo di mantenerci sempre all'altezza degli standard che ci siamo imposti è una grossa fonte di tensione per le nostre giornate; e (ma non fraintendetemi, non sto dicendo che dobbiamo diventare tutti pessimisti, comunque e sempre evviva i sogni!) forse dovremmo imparare a tenere un poco a bada anche le nostre aspettative per non cadere troppo dall'alto se non va tutto come avevamo sperato. Per non perdere del tutto le forze per riprovarci!

Questa cosa apparentemente non c'entra con le buone pratiche per l'ambiente, in realtà può essere d'aiuto per non cadere preda dell'ideologia "o tutto o niente" che ci fa pensare: "o divento un ecologista attivista in tutto e per tutto o non mi metto a differenziare, che vuoi che serva riciclare cartine con tutto quello che c'è da fare... "; invece senza pretendere di fare tutto, appunto, accettiamo di fare un poco alla volta, quello che riusciamo, convinti che tutto serve...(gocce che non pretendono di essere, da sole, il mare, ma ...)

P.S. Questa bp non è tutta "mia": mi è stata suggerita leggendo "Il piccolo libro della calma" (Paul Wilson, 1996, 1999 ed. italiana), ricco di preziosi consigli.

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don_chisciotte
don_chisciotte

Ciao, su questa Buona Pratica si potrebbe aprire una discussione molto ampia. Io credo che vada bene puntare al massimo (ed anche di piu') quando dobbiamo raggiungere determinati risultati importanti per noi dal punto di visto etico ed ambientale. Se vogliamo raggiungere l'obiettivo "100" dobbiamo puntare a "150" per essere piu' attivi e stimolati nell'attivita' da svolgere. Relativamente ad altre questioni, dove il "massimo" non e' altro che l'apparente ed illusorio traguardo di felicita' che ci e' stato millantato allora certamente e' meglio fermarsi. Se parliamo di traguardi economici cito Aristotele: "La scienza della buona vita, della gioia di vivere, non e' l'economia ma semplicemente l'etica". Se parliamo di consumi cito Latouche: "La gente felice non consuma. Per il consumo sfrenato e' necessario creare un terreno di generale frustrazione". Infine cito un proverbio cinese che dice "spesso il desiderio di cio' che non hai non ti permette di godere cio' che possiedi".

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Certo, è vero, non bisogna lesinare sull'impegno che mettiamo nel fare le cose (anche le più semplici), solo dicevo che dovremmo accettare il fatto che non possiamo fare sempre e tutto al meglio. Faccio un esempio banale: devo invitare a pranzo qualcuno, farò del mio meglio, ma vorrei/dovrei imparare a non pretendere di cucinare in modo impeccabile, apparecchiare come in una rivista, essere superbrillante nella conversazione ecc., insomma dovrei accettare di essere fallibile (non sto ovviamente parlando di accettare di commettere errori che comportano danno per altri!) e se lo accetto mi godrò di più il momento invece di "supervisionare" ogni attimo che arriva, con la relativa tensione...(anche perché una pretesa troppo alta potrebbe bloccare le nostre azioni, cioè :"se faccio una cosa deve essere perfetta altrimenti nemmeno mi ci metto") P.S. Serge Latouche è un mito!! :)

don_chisciotte
don_chisciotte

Certo concordo con te perche' il tuo esempio significa vivere con ansia un momento che dovrebbe essere piacevole e rilassato, pur con le sue lievi sbavature...ma di perfetto non esiste nulla...a parte cio' che si vede in TV e pubblicita'.. Ciao!

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