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don_chisciotte, 25/04/2014 — Questa e' una buona pratica da applicare soprattutto nell'ambiente di lavoro (ma non solo). Ognuno dovra' poi adattarla alle sua personale situazione professionale per poterla sviluppare al meglio e senza incorrere in problemi (con clienti/fornitori/colleghi/superiori/capiufficio etc). Probabilmente avrete notato come ormai ogni richiesta/commessa/etc che ci prendiamo in carico nell'attivita' lavorativa risulti essere quasi sempre URGENTE.
L'abitudine diffusa a definire URGENTE qualsiasi argomento ha fatto in modo che oramai l'urgenza sia diventata la normalita'. In realta' non e' assolutamente cosi ma anzi, in questo modo si corre il rischio di confondere cio' che realmente ha una priorita' da tutto il resto.
Siamo arrivati al punto che, essendo diventata ogni cosa urgente, bisogna avvisare del contrario (cioe' quando urgente non e'): "fai pure con comodo tanto non e' urgente". Quotidianamente ricevo richieste urgenti da parte dei miei clienti (lavoro da svolgere TASSATIVAMENTE il giorno stesso o entro il giorno dopo). I messaggi e-mail arrivano gia' con nell'oggetto scritto Urgente / Top Urgent / Priorita' etc e spesso sono preceduti o seguiti da una telefonata di avviso/sollecito tanta e' l'importanza data alla questione.
Quindi sviluppo con urgenza il lavoro per stare nei tempi richiesti e successivamente richiamo il cliente per monitorare il tutto (vista la sua urgenza immagino che ci siano gia' delle novita' positive o negative dopo qualche giorno, giusto no?...). La risposta, nella maggior parte dei casi e' la seguente: "grazie ho ricevuto tutto ma... sono così indaffarato che non ho ancora avuto il tempo di visionare la proposta e di passare il tutto a mia volta al mio cliente, ti faro' sapere al piu' presto".
E' come se altre urgenze avessero sopraffatto questa, che all'origine era un'urgenza ma che probabilmente adesso non lo e' piu' perche' ne sono sopraggiunte altre piu' importanti (quindi "urgenze piu' urgenti"!). Passano giorni, settimane e a volte mesi prima che io conosca l'esito (positivo o negativo) del mio lavoro.
Da cio' deduco che l'urgenza ormai non e' altro che la normalita' per definire questioni ordinarie e dobbiamo smetterla di attribuirle il suo significato letterale e conseguentemente di correre dietro a tutto e a tutti come forsennati. E' un male diffuso, una distorsione che la societa' che corre (vita frenetica) ha creato nel mondo del lavoro. Gli affari urgenti sono ben altri (la mia salute o di un mio familiare e' cosa urgente o in generale se ci sono persone in pericolo).
Scusate le ripetizioni della parola "urgenza" e tutta questa "pseudo-filosofia" ma non ho trovato altro modo per esprimere questo concetto. E, per chiuderla appunto con filosofia, ormai ho imparato a pensare che, se non riusciro' a consegnare quel lavoro urgente nei tempi richiesti, non morira' nessuno (e forse addirittura non se ne accorgera' nessuno perche' magari nel frattempo sono sopravvenute altre urgenze) e, cosa piu' importante, il giorno successivo il sole sorgera' comunque...
P.S. La Buona Pratica R come...Rallentare mi ha ispirato questa, grazie!
Sorry! Urgenti, non ergenti