Una piccola Riflessione sul tempo libero. Settembre è tempo di iscrizioni alle varie attività extrascolastiche per i bambini: prima di iscriverli a calcio incastrando il corso di tedesco con quello di "dolci di stoffa" (è l'ultima moda!) e magari la piscina perché nuoto fa sempre bene, proviamo a Riflettere e a chiedere anche a loro cosa veramente vorrebbero fare. Uno sport è salutare ma tutto il resto rischia di far impazzire i genitori che devono correre da un posto all'altro senza sosta e soprattutto i bambini che si abitueranno in questo modo ad avere ogni minuto della vita programmato e occupato e non godranno mai di un attimo di sano ozio. Dal punto di vista "verde" tutto questo andare e tornare non è certo ecologico, inoltre le varie attrezzature comprate per un corso di 5 mesi e poi abbandonate sono abbastanza uno spreco (ma questo è nulla rispetto allo stress creato nei bambini). Fine della riflessione :D (consiglio il libro Genitori Slow - educare senza stress con la filosofia della lentezza, di C. Honoré, Rizzoli).
Sacrosante parole, il gioco libero è fondamentale per diventare indipendenti e imparare ad autogestire il proprio tempo. Per quanto riguarda invece l'avvicinarli alla natura e toglierli dalla città il piu' possibile una mia amica mi ha parlato di questo libro che però non ho letto: "L'ultimo bambino nei boschi. (copio e incollo la descrizione da ibs: "I bambini passano sempre più tempo chiusi in casa o in classe e sempre meno all'aria aperta. Sta crescendo una generazione per la quale la natura non è più l'"ambiente naturale", ma qualcosa di esotico ed estraneo, spesso vissuto come pericoloso. In questo libro si definisce il "disturbo da deficit di natura" ma anche i metodi per aiutare genitori e figli a stabilire un contatto diretto con la natura, formidabile strumento per sconfiggere altri disturbi e malattie dell'infanzia e dell'adolescenza, dall'obesità al deficit di attenzione alla depressione, e favorire il pensiero critico, la capacità di risolvere i problemi e la creatività."
Ciao Granitas, davvero interessanti i contenuti di questo libro che ci segnali. E' un argomento su cui spesso rifletto quando penso ai bambini di oggi che a differenza di quando ero piccolo io, vivono spesso in spazi chiusi (mentre invece io ero sempre fuori in mezzo alla natura, non importa che stagione fosse). E' anche interessante notare che l'immagine mediatica che ci viene fornita maggiormente e' quella legata ai fenomeni naturali pericolosi per l'uomo (terremoti, uragani, alluvioni, etc). Si nota cioe' come la visione della natura e dell'ecosistema sia effettuata - perche' fa piu' notizia ed audience - in chiave puramente antropocentrica. Cioe' a fare notizia e' solo la natura che danneggia l'uomo e non viceversa. Per questo motivo c'e' il rischio che i bambini imparino a temerla, se non a odiarla, invece di amarla e rispettarla.