Ciao, lavoro come impiegata presso un' Agenzia di Assicurazioni plurimandataria da dieci anni e spero vivamente che non succeda (ma a quanto pare sì) che ci siano colleghi che cerchino di convincere i clienti a sottoscrivere contratti a tutti i costi piuttosto che a terrorizzarli. Io e le persone che lavorano con me, ad esempio, cerchiamo di svolgere il nostro lavoro il più onestamente possibile, dando ascolto alle esigenze che il cliente ci manifesta e cercando di consigliarlo per il meglio secondo la nostra esperienza. Tra l'altro, con tutta la concorrenza che c'è nel nostro settore, comprese le compagnie online, l'unico modo per distinguersi e fidelizzare il cliente è proprio quello di lavorare seriamente e onestamente, quindi cercando di vendere e proporre ciò che è necessario e utile, senza terrorismo e costrizioni. Poi, ovviamente, " il cattivo " si trova ovunque, nel settore assicurativo, come in altri settori, l'importante è non generalizzare.
Ciao Emi, grazie per il tuo contributo. Credo a te, a quello che dici e che riguarda il tuo operato. Ma non credo (e questo si, in generale) a quello che decidono "lassu' in alto" nelle compagnie assicurative perche' non mi piace come cercano di promuovere e pubblicizzare certe polizze secondo la classica strategia della paura. Una strategia studiata a tavolino in maniera intelligente e secondo precise regole di marketing con l'obiettivo di insinuare dubbi e insicurezze nella gente, senza terrorizzarla esplicitamente ma, al contrario, offrendo generose e intelligenti soluzioni a problemi che vengono inculcati, con delle piccole ma costanti iniezioni, nelle nostre menti serene.
Ciao Don, grazie per la tua risposta. Non entro nel merito delle strategie di marketing e delle pubblicità, verso le quali, in generale, quindi in ambito assicurativo come in altri ambiti, non mi sono mai fatta influenzare. Tra l'altro poi, ogni attività commerciale nasce per vendere e per attirare (con pubblicità studiate a tavolino) l'attenzione sui propri prodotti. Vorrei invece far presente che in dieci anni di attività mi è capitato di seguire direttamente diverse persone che purtroppo hanno subito gravi sinistri, le quali, se non avessero sottoscritto delle polizze assicurative, ora sarebbero economicamente rovinate. Quanto ti dico è semplicemente per invitare a non generalizzare troppo, perchè bisogna considerare anche l'altra faccia della medaglia. Per qualcuno assicurarsi o non assicurarsi (parlo di polizze facoltative ovviamente) è indifferente, per altri è inutile, per altri ancora aiuta a star più sereni, indipendentemente dalle pubblicità.
Ciao Don, grazie per la tua risposta. Non entro nel merito delle strategie di marketing e delle pubblicità, verso le quali, in generale, quindi in ambito assicurativo come in altri ambiti, non mi sono mai fatta influenzare. Tra l'altro poi, ogni attività commerciale nasce per vendere e per attirare (con pubblicità studiate a tavolino) l'attenzione sui propri prodotti. Vorrei invece far presente che in dieci anni di attività mi è capitato di seguire direttamente diverse persone che purtroppo hanno subito gravi sinistri, le quali, se non avessero sottoscritto delle polizze assicurative, ora sarebbero economicamente rovinate. Quanto ti dico è semplicemente per invitare a non generalizzare troppo, perchè bisogna considerare anche l'altra faccia della medaglia. Per qualcuno assicurarsi o non assicurarsi (parlo di polizze facoltative ovviamente) è indifferente, per altri è inutile, per altri ancora aiuta a star più sereni, indipendentemente dalle pubblicità.
Ciao Emi, grazie mille per la tua precisazione. Prendo spunto dal tuo commento per esprimere un'altra mia idea personale. Quasi tutte le persone dicono: "io non mi faccio influenzare dalla pubblicita'", ma purtroppo in realta' succede il contrario perche' quasi sempre non ci accorgiamo del "potere" che esercita su di noi. Io sono molto sensibile a questo argomento, ma nonostante cio' sento che ne sono influenzato. Negli ultimi 5 anni, per esempio, non avendo piu' la televisione ho notato una grandissimo cambiamento nel mio modo di "consumare"...e pensare che gia' prima guardavo poco la TV. Mi accorgo di trucchi/furbate che gli altri non vedono ma non perche' sono un genio o perche' sono paranoico (o forse si...) ma semplicemente perche' ragiono di piu' con la mia testa. Ecco allora che quando tu dici che, giustamente, cerchi di accontentare le persone andando incontro alle loro esigenze sarebbe veramente da capire se quelle esigenze sono reali o dettate da qualcos'altro (lo status sociale, la pubblicita', gli amici, le regole imposte dalla societa', etc). E' un discorso che va piu' in profondita' e di cui si potrebbe parlare per ore (magari in un incontro di Contiamoci). Le esigenze sono come i bisogni e nella societa' in cui viviamo la maggior parte di questi sono indotti. Cosi' succede che spesso una persona pensa di non essersi fatta influenzare dalla pubblicita' solo perche', dovendo acquistare un bene/servizio non si e' fatto conquistare dalla ditta piu' famosa e pubblicizzata. Quando magari in realta' di quel bene/servizio non aveva granche' bisogno e avrebbe potuto vivere bene anche senza. Un caro saluto e grazie per il tuo prezioso contributo.