Ho trovato in rete questa lettera scritta da Claudia Sarritzu al sindaco di Como che, come molti di voi sapranno, qualche giorno fa (poco prima delle festività natalizie) ha emesso un'ordinanza che, per 45 giorni, vieta non solo ai mendicanti di fare l'elemosina ma alle associazioni di volontari di fornire loro cibo o altri mezzi di prima necessità. Tutto ciò per questioni di decoro cittadino, principalmente per tutelare l'immagine della città durante le feste natalizie, dato il maggior afflusso di turisti in città per motivi di svago e soprattutto di shopping.
Caro sindaco, Mario Landriscina, mi rivolgo a lei dopo la sua ordinanza che vieta ai volontari di offrire la colazione ai senza dimora della città. La motivazione di tale assurdo provvedimento recita così: per la "tutela della vivibilità e del decoro del centro urbano".
Da alcuni giorni questa notizia fa il giro del web e in tutta Italia si è scatenata l'indignazione, forse anche per il tempismo in cui è uscita: a pochi giorni da Natale.
Mi rivolgo a lei da atea, senza alcun moralismo o buonismo. Per lei questa festa cosa è? Solidarietà, accoglienza degli ultimi o consumismo?
Vede, lasciando in pace la religione, credo che la cultura cristiana abbia insegnato a credenti e non credenti alcuni valori che prescindono dalla fede. In quel fare la carità c'è molto di più delle monetine lanciate dentro un bicchiere, con fare distratto per lavarci la coscienza: c'è la cura del prossimo che vive un momento di difficoltà ed emarginazione dalla società. C'è la compassione, la pietà e l'amore, la comprensione, l'ascolto. In una parola: la solidarietà appunto.
Il simbolo del Natale è dato proprio da quella famiglia, sacra per alcuni ma credo un esempio per tutti, che si ritrova rifiutata in terra straniera e costretta a dare al mondo un figlio in una mangiatoia. Erano senza dimora anche Maria e Giuseppe. Lei sta negando anche a loro una tazza di latte.
Il Natale siamo noi, lo facciamo noi con le nostre buone azioni. Lo fa ogni giorno questo Papa, insieme a tanti sacerdoti di buona volontà, lo fanno tanti medici in luoghi di dolore e conflitto anche se non credenti.
Ciò che indigna è che intorno a lei molti devono pensarla allo stesso modo: per lei il clima natalizio sono le luminarie nelle strade tirate a lucido e le stelle di Natale all'ingresso dei negozi affollati, qualche ragazzetto sfruttato travestito da Babbo Natale che distribuisce volantini. Nessun parente o amico, o collega gli ha chiesto di sbrinare il suo cuore e ritirare un provvedimento così disumano?
Oggi torno su questa vicenda perché sono giorni che non riesco a credere a quanto egoismo muove gran parte di noi. Un tempo forse ci salvava l'ipocrisia, il senso di colpa. Oggi la cattiveria sembra sdoganata e sbandierata con orgoglio.
Negare cibo e acqua ai senzatetto è malvagità. Attendo un suo passo indietro insieme a migliaia di italiani che hanno un briciolo di umanità e che in queste ore si stanno vergognando della città di Como. globalist.it
Quando i missionari occidentali con figli cresciuti in Nuova Guinea tornano in Australia o negli Stati Uniti, o quando rimandano i figli in Australia o negli Stati Uniti per studiare, questi ragazzi mi raccontano che da un lato il loro problema di adattamento principale e' gestire e dover adottare gli attegiamenti egoistici e individualistici dell'Occidente, e dall'altro dover dimenticare l'importanza di elementi come la condivisione e la collaborazione appresi fra i bambini guineiani. A volte arrivano persino a descrivere la vergogna che provano partecipando a giochi competitivi, oppure cercando di primeggiare a scuola o godendo di un'opportunita' o di un vantaggio che i loro compagni non hanno. Fonte (Jared Diamond - Il mondo fino a ieri)