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don_chisciotte don_chisciotte, 02/01/2014 — Secondo me sono le piccole rinunce che ci consentono di realizzare significativi risparmi. Esempio: se quest'anno decido di non fare le vacanze e di non spendere circa 700 euro a causa di ristrettezze economiche derivanti dalla crisi, in realtà io non ho risparmiato. Semplicemente mi sono privato di un diritto sacrosanto al relax, conoscenza, cultura, nuove conoscenze etc etc. Ma se io sono abituato a bere 4 caffè al giorno al bar vuol dire che in un anno spendo 4 euro x 365 giorni = Euro 1.460. Se invece mi limito a due caffè al giorno avrò realmente risparmiato 730,00 euro senza accorgermente e allora potrò permettermi la mia vacanza....questo è solo un esempio. Potrei elencarvi decine e decine di piccole rinunce che non ci modificano la vita ma possono farci risparmiare parecchio in modo da utilizzare i nostri risparmi come realmente desideriamo. La televisione e la pubblicità creano in noi determinati bisogni che in natura non avremmo e dobbiamo difenderci da questi continui attacchi. Cerchiamo di essere noi stessi sempre. Ognuno metta in pratica la sua (o le sue) piccole rinunce. RIsultati assicurati!!!

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don_chisciotte
don_chisciotte

In questi ultimi anni ho rinunciato a tantissime cose/acquisti e, oggi come oggi, non ne sento più minimamente la mancanza. E' solo questione di abitudine. Per esempio, relativamente al cibo, nulla ho più acquistato che contenesse carne, stop a scatolette di tonno (e in generale cibo in scatola tipo fagiolini, mais, etc). Mangio solamente la verdura acquistata sciolta dal fruttivendolo. Basta colazioni al bar. Solo un caffè, massimo due al giorno (prima erano almeno 4 + la brioche, ora mi mangio 3/4 fette biscottate a casa prima di uscire).  Basta shampoo, profumi e cosmetici inutili (tra cui creme solari, me no sto all'ombra e se mi espongo al sole lo faccio nelle ore in cui è meno forte). Nella maggior parte dei casi bevo solo ed esclusivamente acqua, e ovviamente rigorosamente del rubinetto/fontane (basta succhi, bibite gassate, vino e birra solo quando vado ogni tanto a mangiare fuori)‎. Sono circa 3 anni che non mi compro nulla di abbigliamento (scarpe comprese). Ciò significa che in casa ne avevo già di avanzo. Ho dovuto comprare un costume da bagno l'anno scorso... I miei risparmi, derivati da quanto sopra (e da tante altre rinuncie che non ho descritto) li investo in ciò che mi piace (arte e cultura principalmente‎). Quindi i soldi li spendo lo stesso (stiano tranquilli i calcolatori del PIL) ma in cose ed attività che fanno meglio alla salute fisica, mentale e dell'ambiente.

fturco - disiscritto
fturco - disiscritto

Si può anche rinunciare totalmente a bere il caffè al bar. Io ai tempi in cui lavoravo (quando cioè il lavoro c'era ancora) portavo il caffè da casa e lo mettevo in una piccola bottiglietta di plastica. Devo ammettere al momento di berlo era freddo e un po' schifoso, ma erano ben altre le cose che mi davano fastidio. Oppure in molti casi ci sono le macchinette, con le quali si risparmia molto rispetto al bar.

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Vero! Un altro esempio può essere quello di evitare di comprare riviste e/o quotidiani cartacei (riempiti da pubblicità per metà delle loro pagine) e leggere le notizie e quello che ci interessa in internet o nelle biblioteche pubbliche; o almeno limitarci a prendere solo quello di cui proprio non possiamo fare a meno (anche per non far chiudere tutte le testate!) e, col risparmio, ogni tanto comprare un bel libro che "duri" oltre le mode (oltretutto così non ci riempiamo le case di carta. . .).

don_chisciotte
don_chisciotte

Effetivamente Irene, la tua riflessione sulle riviste riempite di pubblicita' e' certamente condivisibile. Per fare un esempio pratico se io compro ogni settimana una rivista di 100 pagine dal costo di 5 euro, ma con 20 pagine di pubblicita', significa che 1 euro l'ho speso per quelle pagine che io non ho voluto. Alla fine dell'anno avro' speso 52 euro solo per pagare queste pagine di pubblicita'...vista cosi la cosa e' abbastanza grave. Stavo leggendo su un libro di Latouche che mediamente noi ogni spendiamo 500 euro per ripagare costi pubblicitari che non abbiamo mai richiesto ma che inevitabilmente ricadono sul prezzo di vendita dei beni di consumo.

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