Ciao Grantias, ho letto il link che ci hai indicato su questa Buona Pratica e mi ha colpito questo semplice e giusto ragionamento:"Non è la prima volta che scrivo di quale sia – per me – il lavoro più importante: quello del contadino. Se non sappiamo usare il computer viviamo lo stesso, se non sappiamo scrivere libri viviamo lo stesso, se non sappiamo stilare un bilancio viviamo comunque, se non sappiamo guidare un aereo viviamo comunque, e potremmo andare avanti all’infinito. Ma se non sappiamo coltivare il cibo (o se non c’è qualcuno che lo fa per noi) moriamo. Vi sembra un po’ estremo? Pensateci bene: possiamo regalare un libro a qualcuno che ce l’ha già o che non ama leggere; possiamo regalare un profumo buonissimo e poi sulla pelle del destinatario fa schifo; possiamo regalare una «cosa» elettronica e poi non è quella che serve; possiamo regalare una sciarpa ed è la ventesima!; possiamo regalare un CD e il destinatario non ha il lettore… Ma se regaliamo del cibo sarà difficile sbagliare, nel senso che possiamo – se abbiamo dubbi – restare sul «generico» (pane, pasta, sughi, salse, legumi, dolci…) ed essere sicuri che in qualche modo il regalo sarà… consumato". Penso che dovremmo ragionare più spesso secondo questi canoni, quando ci accingiamo a pensare ad un regalo per qualcuno. Grazie Granitas per la segnalazione.
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