cucina e dispensa bento packaging ristorante take away vaschette
gretagolia_granitas, 05/06/2013 — Chi di noi, guardando i telefilm americani, non ha pensato: "sarebbe bello poterlo fare anche in Italia". Cosa? Portarsi gli avanzi del cibo del ristorante a casa. Purtroppo questa abitudine non ha ancora preso piede in Italia, in Trentino si e quindi tocca a noi chiedere, senza aver paura di cosa penseranno gli altri.
E' ora di non sprecare più. Perchè non sprechiamo solo il cibo che non mangiamo, ma anche l'acqua usata per coltivare quel cibo, il territorio, le risorse naturali. E' per questo motivo che il cibo costa sempre di più. Impariamo a tenere d'occhio la nostra impronta del cibo (foodprint).
Ho trovato un bel po' di video e di siti interessanti, qualcuno è in inglese, ma tanti sono anche per immagini. Elenco qui sotto:
- Waste-Spreco
- La storia del cibo
- Come conservare in frigo
- Il tuo carrello
- Last minute market
hai ragionissima! anche per la mia famiglia era la prassi!! però non so come ad un certo punto è diventata una cosa "sbagliata" per la società... (poco più di una decina di anni fa a cena con amici non ho finito la pizza e candidamente ho chiesto la scatola per portarmela a casa e sono stata trattata dai miei commensali come un'appestata!! a nulla è servito spiegare che odio lo spreco di cibo e che sicuramente il giorno dopo avrei avuto voglia della pizza avanzata!) quindi se dargli un nome "esotico" serve a fare diventare di moda una pratica altrimenti persa ben venga!!!
Per esempio con questa iniziativa in Veneto ecodallecitta.it , che mi pare buona, si pensa anche a cambiarne il nome (e in effetti perché dovrebbero farlo solo 'quelli col cane' o fingere di averlo? ciò che non viene consumato è comunque stato pagato, è ancora buonissimo e andrà buttato, quindi nulla di male se lo chiamiamo anche 'scatola degli avanzi', però si sa, l'inglese fa tutto più 'moderno', ma va bene così, se serve...) riporto dal testo: "... L'idea innanzitutto è di non chiamarlo più "doggy bag", che fa troppo cagnesco, ma "family bag" sperando che il passaggio culturale possa convincere gli schizzinosi e i vergognosi del fatto che per combattere lo spreco alimentare bisogna saper dare valore a tutto il cibo, anche a quello che resta nel piatto al ristorante e finisce inevitabilmente nella pattumiera (...) Il CONAI ha ritenuto che nulla possa essere più adatto dei materiali riciclati degli imballaggi, per creare delle doggy, pardon family, bag. E così hanno prodotto dei contenitori usando tutti i materiali: acciaio, alluminio, carta, legno e plastica. L'altra collaborazione è arrivata dalla Unioncamere Veneto, che vuole concorrere alla diffusione delle family bag nel nord-est e quindi ha individuato 100 ristoranti del Veneto che riceveranno una prima fornitura di contenitori. E' un progetto pilota...". Se quindi fossero soprattutto gli stessi ristoratori a proporre ai clienti questa pratica forse ci sarebbe meno 'vergogna' nel farlo, questo mi sembra abbastanza di buon senso 'pratico' (il buon senso 'totale' sarebbe farlo e basta, senza bisogno di nomi, scatole, proposte, però...), e poi se la pratica tornasse a diffondersi verrebbe naturale.