L'Europa chiude alla plastica usa e getta, stop entro il 2021
Giro di vite del Parlamento europeo sulla plastica monouso. L'Aula di Strasburgo ha approvato il divieto al consumo nell'Unione europea di alcuni prodotti come posate, bastoncini cotonati, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini, che costituiscono il 70% dei rifiuti marini
Il Parlamento europeo ha approvato il divieto al consumo nell'Unione europea di alcuni prodotti in plastica monouso, che costituiscono il 70% dei rifiuti marini. La nuova normativa, se approvata in via definitiva, vieterà a partire dal 2021 la vendita all'interno del blocco comunitario di articoli in plastica monouso come posate, bastoncini cotonati, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini, annuncia una nota. I deputati hanno aggiunto all'elenco delle materie plastiche vietate, proposto dalla Commissione, anche i sacchetti in plastica leggera, gli articoli di plastica ossi-degradabili, come sacchetti o imballaggi, e i contenitori per fast-food in polistirolo espanso.
I tempi
La relazione è stata approvata con 571 voti favorevoli, 53 voti contrari e 34 astensioni. Il Parlamento avvierà negoziati con il Consiglio non appena i ministri dell'Ue avranno stabilito la propria posizione comune. Secondo la Commissione europea, oltre l'80% dei rifiuti marini è costituito da plastica. I prodotti soggetti a queste misure costituiscono il 70% di tutti i rifiuti marini. A causa della sua lenta decomposizione, la plastica si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge dell'Ue e del mondo. I residui di plastica si trovano in specie marine - come tartarughe marine, foche, balene e uccelli, ma anche in pesci e crostacei, e quindi anche nella catena alimentare dell'uomo. Quando i rifiuti in plastica vengono gettati, l'impatto economico non comprende solo la perdita di valore del materiale, ma anche i costi di pulizia e le perdite per il turismo, la pesca e la spedizione.
La pesca
Gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire che almeno il 50% degli attrezzi da pesca contenenti plastica smarriti o abbandonati venga raccolto ogni anno, con un obiettivo di riciclaggio di almeno il 15% entro il 2025. Gli attrezzi da pesca rappresentano il 27% dei rifiuti che si trovano sulle spiagge europee. I produttori di attrezzi da pesca contenenti plastica dovranno farsi carico dei costi di raccolta dei rifiuti per tali prodotti, compresi il trasporto, il trattamento e la raccolta dei rifiuti.
Filtri per sigarette e contenitori per alimenti
Gli Stati membri dovranno ridurre il consumo dei prodotti in plastica per i quali non esistono alternative del 25% entro il 2025. Tra tali articoli figurano le scatole monouso per hamburger e panini e i contenitori alimentari per frutta e verdura, dessert o gelati. Altre materie plastiche, come le bottiglie per bevande, dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90% entro il 2025. Gli Stati membri dovrebbero elaborare inoltre piani nazionali per incoraggiare l'uso di prodotti adatti ad uso multiplo, nonché il riutilizzo e il riciclo. I deputati hanno convenuto che le misure di riduzione dovrebbero riguardare anche i rifiuti da tabacco, in particolare i filtri per sigarette che contengono plastica. La mole di tali rifiuti dovrebbe essere ridotta del 50% entro il 2025 e dell'80% entro il 2030. Un mozzicone di sigaretta può inquinare tra i 500 e i mille litri d'acqua e, se gettato in strada, può richiedere fino a dodici anni per disintegrarsi. Si tratta dei secondi articoli in plastica monouso più diffusi tra i rifiuti.
Per finire in "bellezza" la storiella precedente del piccolo vassoio di cartone per la brioche (se qualcuno l'avesse letta), sono tornato alla pasticceria e questa volta una barista, più veloce della luce, mi ha piazzato la brioche davanti agli occhi già con il vassoio. Così, senza nemmeno toccarlo, le ho chiesto gentilmente se poteva riprenderselo per poi riutilizzarlo dato che a me non serviva e ho aggiunto anche, per giustificarmi, che ciò faceva parte della mia sensibilità ecologica e che mi dispiaceva che venisse gettato immediatamente dopo l'uso. Detto fatto: la ragazza lo ho preso e, con un sorriso stupito nei miei confronti....l'ha gettato nel cestino. Quanto lavoro ci sia da fare nella maggior parte delle persone, per una vera inversione di tendenza nella cultura dell'usa e getta, e' veramente impressionante.
Direi... cambia bar!
Beh, era sottinteso solo che purtroppo non cambia niente...lo scempio ambientale continuerà senza di me!
Per cortesia, se dobbiamo comprare delle paste, andiamo in pasticceria con un nostro vassoio che certamente non manca in casa (sia esso di carta, plastica, alluminio, etc). Diciamo NO all'usa e getta in ogni occasione che ci si presenta. Il pasticciere non potrà obiettare e se dovesse dirvi che non può detrarre il peso della tara (cosa comunque improbabile con le bilance elettroniche moderne) dite di pesare le paste assieme al vassoio e di farvi il conto. Vale la pena pagare qualcosa in più pur di combattere l'inquinamento, lo spreco di carta, la produzione dei rifiuti derivante dal sistema usa e getta. Grazie!
E della diffusione e aumento esponenziale delle vendite (pubblicità ovunque e catene di negozi specializzate) delle cialde per il caffè vogliamo parlarne? L'involucro della cialda e' di plastica giusto? E' usa e getta? Si usa 20 secondi e si getta via vero? Si getta nel rifiuto secco o si può differenziare nella plastica? Ne esistono anche non di plastica e biodegradabili mi sembra, vero? Ma aldilà di tutto...ne abbiamo veramente bisogno? (a me piace sempre il caffè della moka).
No, non ce n'era un reale bisogno, ma mi par di capire che si diffondono soprattutto perché è diventata una specie di moda e contro le mode nulla si può se non sperare che finiscano presto. (E speriamo che non si inventino anche maxi capsule di acqua e sale per fare la pasta, eh, perché in fondo c'è della fatica nel riempire una pentola...).Il benessere dà alla testa: mi hanno raccontato che nei bagni pubblici di Duabai c'è un addetto che ha il solo compito di strappare due salviette di carta e passarle a chi si è lavato le mani. C'est la vie...
Anche in Brasile...e' a vida...