Ho visto un cartellone pubblicitario della catena di supermercati Despar. Slogan: Molti grandi geni pensavano "Veggie": anche Mahatma Gandhi, Leonardo da Vinci, Richard Wagner e Albert Einstein. Ci sono dei disegni di questi personaggi famosi con le carote al posto del naso e la lattuga al posto dei capelli e barba... Siccome si parla sempre di piu' della scelta di molte persone di diventare vegetariani/vegani ecco quindi la linea "Veggie" di Despar...segno che la grande distribuzione si sta attrezzando per assecondare questa nuova tendenza, trasformando quella che dovrebbe essere una scelta etica e consapevole in una scelta modaiola e consumistica (non si limitano piu' a tenere qualche prodotto sugli scaffali ma investono in pubblicita'). despar.it Sono prodotti imballati / trasportati chissa' da dove / pubblicizzati e alla fine molto meno vegetariani/vegani di quanto possa sembrare secondo me. La storpiatura all'inglese del termine poi (veggie), fatta appositamente per creare un modo di essere, mi disturba alquanto. Io non sono vegano ma mi piacerebbe conoscere l'opinione di chi pratica il veganismo in relazione a questo mio commento (anche chi non lo pratica ovviamente puo' esprimere un parere, come ho fatto io!). Grazie.
Questa e' l'opinione di un mio caro amico (e vegano) relativamente al mio commento precedente soprariportato sulla pubblicita' di Despar "Veggie". Molto semplice : è tutto un piano studiato (e bene) a tavolino per propinare un alimentazione a base vegetale...si ma di colture di organismi geneticamente modificati (leggi OGM). D'altronde l'inaugugurazione di questa sospetta svolta "veggie" è stata varata all'expo 2015, detta anche la fiera degli ogm... come dire ... oppurtunità di business al di là di principi etici, ecologici e morali.
Questa e' l'opinione di un altro mio amico in merito sempre a quanto sopra (pubblicita' "Veggie" di Despar): Sai che io sono sempre molto scettico sia sul complottismo che sulla pseudo antiscienza allarmista. Vale sempre il rasoio di occam: il vegano o vegetariano adesso va alla grandissima, il marketing vede un'opportunità e vi si getta a capofitto perche' c'e' odore di business, e il popolo bue compra a piu' non posso, soprattutto i molti (forse la maggioranza) che diventano vegetariani per moda, e fra un anno cambiano idea e si trovano un altro "hobby" tipo...la celiachia, altro fenomeno di costume dove la gente si autodiagnosticava una malattia solo perché 3 giorni prima aveva avuto la dissenteria e quindi giu' a comprare solo prodotti per celiaci. Un paio d'anni fa si vedevano scaffali pieni solo di prodotti per celiaci. Una epidemia de celiachia! Per fortuna e' passata perché adesso si vedono molti meno prodotti di questo tipo. Ci e' andada bene!... Questa e' la sua opinione, ed in effetti, pensandoci bene, anche a me delle persone che lavorano in hotels e ristoranti mi hanno riferito di clienti che vanno ad avvisare quando nel menu' fisso c'e' il secondo piatto di carne, adducendo al fatto che sono vegetariani e non mangiano carne, mentre poi si mangiano, per esempio, l'antipasto di affettati misti. Quindi molto spesso essere vegetariani/vegani e' solo un moda, e come tutte le mode viene e va, ed e' originata dal marketing e dalla pubblicita' e dai mass media...
Ecco che adesso comincia ad andare di moda andare a mangiare al ristorante vegano ma...senza essere vegani! Solo per fare un esperienza nuova (come una volta si andava al ristorante cinese). Ho sentito di persone che appunto caldeggiano la proposta di "provare" il ristorante vegano. In questo modo viene meno tutto il contorno etico che è il fondamento della scelta vegana. Queste persone purtroppo non sanno quello che dicono e fanno. Un altra cosa che non mi quadra e' che spesso al ristorante che si dichiara vegano, uno se vuole può ordinare carne o altri prodotti derivati. Questo per accontentare chi dei componenti del banchetto, non è vegano. Tutto ciò non ha senso a mio avviso. E' solo moda.
Aggiungo che la scelta vegana, poi, non è automaticamente così etica come si potrebbe pensare. Recentemente ho trovato questo interessante articolo che ci spiega come nessuno stile di vita sia esente da impatti ambientali: thevision.com .
Già, articolo davvero interessante. Nel quale, a dire il vero, mi sembra di aver notato una leggera vena polemica, ma l'ho immediatamente perdonata perché il punto chiave è assolutamente da considerare e fa riflettere. Grazie per averlo condiviso qui. :-)
Si, effettivamente e' una sana riflessione e mi fa piacere che sia nata da una mia provocazione (la moda di essere vegani o di provare il cibo vegano al ristorante). Io non sono vegano (e nemmeno vegetariano anche se ormai la carne rappresenta nemmeno il 5% della mia alimentazione mensile) ma credo che il miglior modo per ridurre il nostro impatto ambientale sia quello di fare attenzione ai nostri comportamenti quotidiani (indipendemente dalla nostra scelta alimentare) seguendo le numerose Buone Pratiche presenti su Contiamoci. Quindi anche essere vegani va benissimo, ma usando la testa!
Hai ragione nel dire che "il miglior modo per ridurre il nostro impatto ambientale sia quello di fare attenzione ai nostri comportamenti quotidiani", ma la scelta alimentare fa parte della quotidianità e, per forza di cose, incide tantissimo sull'impatto ambientale!
Anch'io ho notato la vena polemica, non troppo leggera in verità! Ma non l'ho perdonata perché le informazioni sono parziali e date in modo fuorviante. Per quanto riguarda il riflettere: sempre. E non lo si fa abbastanza.
Purtroppo l'autore dell'articolo ha, abilmente, mescolato.... le acque! ! E' reale il problema "quinoa", ma soprattutto per le recenti intolleranze, vere o presunte, verso il glutine!
I vegani sono sempre più numerosi, ma rappresentano ancora una minima parte della popolazione benestante che può comprarsi gli anacardi: siete proprio sicuri che sia il consumo dei vegan a provocare il disastro che l'autore descrive? Solo i vegani li consumano?? Per fare simil formaggi si usano anche tanti altri ingredienti, dall'articolo sembra che si usino solo anacardi!!
E gli avocado? Vengono usate in qualche salsa tra le tantissime elaborate, eppure solo i vegani devono essere ritenuti responsabili dei problemi connessi alle coltivazioni?? E tutta la cucina etnica che è arrivata ultimamente anche da noi e ne prevede un uso massiccio, perché non viene considerata?
E per la soia, sono sempre i vegan responsabili dei disboscamenti in Brasile perché si fanno la besciamella e il tofu?? Perché non spiega bene che i 40 milioni di tonnellate ogm esportati servono per alimentare i miliardi di animali macellati nei Paesi industrializzati con relativi problemi di inquinamento sia là che qua?? Per fare un LITRO di bevanda vegetale si usano circa 10 grammi di semi BIO, il resto è acqua e poco altro. Per avere un BICCHIERE di latte di mucca servono 20 litri di acqua, più il foraggio (se va bene!), più gli antibiotici, più gli escrementi da smaltire che in realtà inquinano suolo e acqua, ecc, ecc, ecc....
Dall'articolo sembra che i disboscamenti e la penuria di acqua siano causati dall'alimentazione vegetale: ma siamo davvero impazziti (o venduti) a non guardare in faccia la realtà, a non approfondire, a non fare due conti?? Se milioni di ettari di foreste non fossero stati distrutti per coltivare foraggi, ci sarebbe stato posto per coltivare EQUAMENTE ed ECOLOGICAMENTE anche quinoa, avocado, anacardi,....
Sono vegana da tanti anni. Sono d'accordo su tutto: che sia moda, business, ecc..., ma preferisco che la gente finalmente provi e sappia che si può mangiare bene mangiando vegano, piuttosto che sentirsi dire sempre: "Ma mangi solo verdura???? " Marina
In tanti ristoranti si va per moda, perché fa così effetto quando si va ad un vegan? Non lo vedrei come un problema, anzi! Ritenuta salutare da una parte della scienza più "aperta" (e meno corrotta!), l'alimentazione vegan, se viene conosciuta maggiormente, non può che fare ulteriormente bene. Se in ogni ristorante che nasce con un certo spirito etico dovessero andarci solo quelli già... "preparati", non ci sarebbe giovamento economico e verrebbe meno l'accoglienza verso persone nuove, che vogliono conoscere: perché le escludi così? Condivido invece pienamente la critica al ristoratore ipocrita che si propone come vegano e poi serve carne: questa è disonestà! E' un ristorante come tutti gli altri, lui sì che lo fa per moda!
Ciao ilraperonzolo e grazie per la tua partecipazione a questa, ed anche ad altre, discussioni/riflessioni che ho promosso/stimolato su Contiamoci. Ribadisco che non sono né vegano ne' vegetariano, anche se consumo pochissima carne oramai (l'ho già detto altre volte ma lo ribadisco appunto, per qualcuno che capitasse solo su questo singolo commento). Sono d'accordo con te che "l'alimentazione vegana, se viene conosciuta maggiormente, non può che fare ulteriormente bene". Il problema è la mancanza di informazione sul suo significato etico che, se non conosciuto, fa perdere gran parte del senso del cibarsi vegano. Mi spiego meglio: tu che sei vegano (almeno credo, ma vale per chiunque altro lo sia), sei consapevole del beneficio che puoi trarre da questo tipo di alimentazione, mentre per queste persone che lo provano per moda, e' solo un'esperienza in più, fine a se stessa. Oltretutto per te non c'e solo il beneficio fisico ma soprattutto l'aspetto etico (o chiamalo come vuoi) che ti fa stare bene dal punto di vista spirituale e che è stato l'ispirazione (e quindi non semplicemente la naturale conseguenza) della tua scelta vegana. Questo aspetto e' totalmente ingorato dalla maggior parte delle persone che fanno l'esperienza del ristorante vegano solo come moda. Perché la cucina vegana non deve essere solo un'esperienza del palato (es: "si, mi è piaciuta la cucina vegana e ritornerò certamente in quel ristorante") ma anche dello spirito. Per fare un paragone, magari un po' forzato, e' come se una persona dicesse:"oggi voglio provare ad andare alla messa come fanno tanti miei amici e voglio fare anche la comunione", ma non conosce nulla del significato di quest'ultima perché non ha fatto un corso di catechismo, ma magari il gusto della particola non gli dispiace. Ecco quindi che se, accanto al menu' vegano del ristorante, ci fosse un volantino illustrativo di spiegazioni su cosa significa la scelta vegana e se l'ordinazione avvenisse solo conseguentemente alla lettura dello stesso (ed alla presa di coscienza del motivo della scelta vegana), il tutto acquisirebbe certamente un significato più profondo (oltre a quello semplicemente statistico/economico relativo al fatturato del ristorante ed alla soddisfazione del palato dei commensali).
Interessante sul tema questo "sfogo" di un ragazzo vegano che ho trovato in un un blog di cui riporto sotto il link.
Il Vegano consumista è il nuovo nemico del cambiamento?
Spesso mi sono posto questa domanda, e spesso ci ho pensato su, ma oggi vorrei discuterne con voi.
Nella mia vita ho conosciuto vari tipi di vegan... C'è il vegano per moda C'è il vegano per salute C'è il vegano per etica Ma c'è una categoria che spesso li ha in comune tutti... Il vegano consumista. L'altro giorno nel mio gruppo su facebook mondo veg, alcuni vegan chiedevano, tramite un evento, un nuovo fast food vegano nella loro città. Ma cavoli e cavolfiori!!!! Io vorrei orti liberi, alberi da frutta nei parchi pubblici, io vorrei un mondo vegan e non certo un'altra società che sfrutta il veganismo. Posso capire che ogni attività vegan in effetti potrebbe creare altri vegan.... ma di quale categoria ? Forse sono io che sbaglio, forse il mio punto di vista è utopia, ma il cambiamento che vorrei non è avere supermercati vegan e locali vegan....cosa cambierebbe in effetti? Gli animali si non verrebbero più allevati ed ammazzati.... ma cosa cambierebbe per gli uomini e per la terra? I prepotenti, le multinazionali si darebbero ai prodotti vegan e così potrebbero continuare a sfruttare le risorse della terra e i popoli sotto sviluppati. Nel cambiamento che vorrei il capitalismo verrà sconfitto, Nel cambiamento che vorrei esistono gruppi di acquisto con scambi e baratto. Nel cambiamento che vorrei i soldi non hanno più valore.... sono solo carta. Perché solo con questo cambiamento così radicale, estremo per qualcuno, il mondo potrebbe cambiare davvero! Un ritorno alla natura, gli animali in natura non hanno bisogno di lavorare per far arricchire gli altri! Basta con questo nuovo schiavismo... tutti potremmo vivere liberi in natura... come gli altri animali. Invece la strada che stiamo percorrendo è quella del nuovo capitalismo... il capitalismo verde... che poi di verde ha ben poco. Non mi meraviglierei se un giorno assistessi a vegan che comprano prodotti della Findus, Coca Cola e magari anche un mc merda per vegan. Ma è questo il cambiamento che volete? Io no !!! Io continuerei a boicottare le multinazionali anche se vendessero esclusivamente prodotti vegan.... Vogliamo tenerci il sistema capitalista ??? Ma per favore no !!! Tu vegano non hai tempo per auto produrti il seitan ? Compralo... ma dal vegano che lo auto produce ! Non sarebbe così difficile creare gruppi di acquisti solidali, da qualche parte esistono già e funzionano. Perché comprare quello che potresti produrre ? Il veganismo non dovrà mai essere brevettato dalle multinazionali.... sarebbe a fine del cambiamento! Cosa ne pensi tu ?
veganpress.blogspot.it
Ciao, io sono vegana da 4 anni,per scelta salutistica ma poi di seguito anche per tutto il resto e ho scoperto che essere vegani è la quadratura del cerchio delle scelte a favore dell'ambiente, della salute fisica e mentale...certo è una scelta che richiede tempo e conoscenza ma la consapevolezza pian piano arriva e ti fa capire che non è per moda che lo fai ma per stare meglio tu e il mondo che ti circonda.... Sul mondo dei super che stanno accogliendo questa scelta è chiaro che bisogna fare attenzione e non farsi infinocchiare....