Una Buona Pratica che rientra nel concetto di semplificazione della nostra esistenza, dell'eliminazione degli impegni (imposti) che non sono impegni. Io dall'estetista non ci sono mai andato, nemmeno per fare una lampada come alcuni miei amici tanti anni fa usavano fare (non so oggi, dato che li ho persi di vista...) ma ho ridotto le visite dal barbiere ed eliminato quei pochi acquisti per la "bellezza" che facevo (shampoo, crema idratante, deodorante e profumo), che mi ero accorto non servivano a nulla se non a spillarmi soldi che posso ora utilizzare per altre cose più formative (di bellezza interiore).
Ad un certo punto della mia vita ho percepito l’annullamento dell’individuo a causa della sua integrazione nel mondo totalmente dominato del consumo. La nostra è, effettivamente, la prima società dell’omologazione di massa: ognuno pensa come...si pensa, vive come...si vive, desidera come...si desidera e forse anche ci si lamenta tutti in maniera uniforme. L'imposizione dei modelli comportamentali e degli stili di vita a opera della moda e della pubblicità permette anche di controllare gli individui capillarmente, lasciandoli vivere nell’illusione di essere liberi. Quando in realtà siamo effettivamente controllati, sorvegliati e diretti sempre con più attenzione dalle strategie del consumo. Ci illudiamo di essere liberi quando forse stiamo sperimentando sulla nostra pelle la forma di potere più forte della storia dell'umanita'. La moda è la maniera in cui, sul piano estetico, l’odierno sistema economico della civiltà dei consumi impone in forma piacevole, ma subdola, l’adattamento e l’omologazione agli standard comportamentali preordinati tra cui, appunto, l'obbligo di recarsi regolarmente dall'estetista altrimenti...non ci si sente a posto!
A proposito di oggetti elettrici e elettronici dati per morti, ti segnalo The Restart Project: a volte basta proprio poco a far tornare in vita un bollitore, un epilatore, un phon...