Le buone pratiche di
Aldo La Spina

Io e il cane, un tutt’uno

Viviamo con un cane? Vogliamo migliorare sia il nostro rapporto che il suo comportamento? Facciamogli sentire quanto ne siamo felici! Lui sente le nostre emozioni, prima che i comandi o i premi (il bocconcino...) o le comunicazioni non verbali. Ciò che conta per il cane è la qualità del rapporto: noi siamo i suoi punti di riferimento, non i suoi padroni o capobranco.

Io faccio così: mi metto in ascolto, cerco di “mettermi nei suoi peli” e di trasmettergli quello che sento: ha superato un ostacolo? Ha aspettato fino al momento giusto in cui usciremo insieme? È tornato quando l’ho lasciato senza guinzaglio ed l’ho richiamato? Allora salto di gioia, gli mostro tutta la mia soddisfazione sorridendo e accarezzandolo, dedicandogli più tempo e attenzioni... Oppure salta quando ho la ciotola in mano, non aspetta? Non lo sgrido ma gli esprimo il mio disgusto, me ne vado lasciandolo solo senza ciotola... e poi torno quando vedo che mi guarda sconsolato e ha compreso di aver compiuto un’avventatezza. Vuole giocare? Non gli butto la pallina (passatempo insulso per un cane: lo fa per accontentarci ma non capisce perché deve riportare qualcosa che dopo gli strappiamo subito di bocca) ma corro insieme a lui, invento un percorso-vita con ostacoli e soste ed esulto con lui ogni volta che abbiamo compiuto un esercizio. Voglio rinsaldare il nostro rapporto? Gli dedico del tempo: faccio grooming (coccole pelose), gli faccio assaggiare un osso che tengo in bocca, ululo con lui quando è contento, lo aiuto a leccarsi quando si pulisce offrendogli la mia zampa al posto della sua...

Tutte queste pratiche sono parte dell’apprendimento emozionale, il metodo che ho messo a punto in trent’anni di vita con i cani! Ora lo insegno agli educatori e agli operatori cinofili e lo presento nel mio libro “Emozioni a sei zampe”. E' un metodo per vivere in armonia con il cane, che oggi non è più un nostro strumento ma un membro a tutti gli effetti della nostra famiglia: “Diamo al cane il meglio di noi, perché ci dia il suo meglio”