Io lo faccio da me
Trama
Zainetti per bimbi confezionati da vecchi ombrelli o da blue jeans rotti, aceto per pulire al posto di detersivi inquinanti, recupero di imballaggi per decorare la tavola o costruire strumenti musicali per i bambini. Ma anche consigli per orto e giardino o per autocostruire e restaurare mobili. Io lo faccio da me è un inno all'autoproduzione che con allegria e un po' di astuzia offre numerosi suggerimenti per il riciclo di materiali che altrimenti andrebbero buttati e che, grazie all'autoproduzione e alla fantasia, vengono trasformati e acquistano nuova vita.
Biografia
Giovanna Olivieri è nata a Mondolfo, nelle Marche. Laureata in traduzione, ha lavorato per anni come traduttrice dall'inglese e dallo spagnolo per alcune case editrici e fatto supplenze (per scelta ha rifiutato il posto di ruolo) di lingua inglese nelle scuole superiori. Vive nella campagna marchigiana, coltiva un orto e un piccolo frutteto biologico, ha animali da cortile allevati in maniera biologica e ad uso familiare. Ha un compagno che condivide molte passioni e una bimba di quasi 5 anni a cui piace creare in cucina (a 4 anni ha brevettato la sua prima ricetta: cascione con noci e miele!). La passione per la scrittura le è venuta da grande. Vive cercando di conciliare le esigenze di una vita normale, non avulsa dalla società, con la necessità di contribuire alla salvaguardia della biodiversità e di avere un impatto il meno negativo possibile sull'ambiente.
Edito da Terra Nuova Edizioni
Codice ISBN: 9788866810384
Vietato sprecare
Contro lo spreco alimentare abbiamo fatto pochi passi avanti. Esistono diversi progetti (es. www.nonspreco.it, www.lastminutemarket.it ) per il recupero e la rimessa in circolo di alimenti vicini alla scadenza o eccedenze di produzione delle aziende alimentari, ristorazione, mense, ecc., e, naturalmente, questi progetti si rivolgono essenzialmente agli esseri umani. Tuttavia, visto e considerato che in natura ci si regola in maniera diversa (ovvero è la disponibilità di cibo a determinare quantitativamente le popolazioni animali e non viceversa) e che l'uomo mantiene artificialmente certe popolazioni animali (quelle che alleva), credo che sarebbe doveroso fare la scelta del riciclo alimentare anche per gli animali da noi allevati, compatibilmente con le loro esigenze nutrizionali.
Io, per esempio, chiedo spesso al supermercato o in macelleria se hanno scarti per il mio cane e ai panifici se hanno pane secco per i miei polli (oltre a dare loro scarti di cucina, ovviamente) e ritengo che anche le tante associazioni di volontari che gestiscono canili, gattili e colonie feline farebbero bene a organizzarsi per raccogliere gli scarti che giornalmente le mense di scuole, asili e aziende buttano nell'organico (quando va bene). Per me è un oltraggio alla povertà di tanti esseri umani il fatto di acquistare costosi cibi in scatola per gli animali che vivono in queste comunità, quando basterebbe un po' di organizzazione per rimettere in circolo scarti che per motivi igienici e sanitari non possono essere destinati agli esseri umani (perchè provengono da piatti semiconsumati), ma per gli animali vanno benissimo. Anzi: un po' di buona pastasciutta farebbe loro sicuramente meglio del contenuto non sempre decifrabile e rintracciabile di certe scatolette.