Comprare un paio di jeans con consapevolezza


Jeans consapevoli

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gretagolia_granitas gretagolia_granitas, 04/02/2013 — Per fare un jeans ci vogliono tra i 9 mila e gli 11 mila litri d'acqua. Immaginate una stanza di 2 m per 2 m, piena d'acqua. Quella quantità serve per un solo jeans. Il jeans è il capo di abbigliamento che inquina più di tutti. Bisogna considerare infatti le tinture, gli additivi chimici e le acque di scarto.

Inoltre la moda ci impone il modello sandblasting, ovvero l'effetto slavato-consumato, che si ottiene con la sabbiatura. Questa procedura rilascia polveri ad alto tenore di silice, che danneggiano i polmoni, causando la silicosi fino a livelli letali. Ovviamente mica a noi, ma agli operai in Turchia, in Bangladesh, ecc...

Si stanno studiando metodi per ridurre l'inquinamento e la quantità di acqua da utilizzare. E ci sono campagne di sensibilizzazione per chiedere ai grandi marchi della moda di abolire la tecnica della sabbiatura. Tanti marchi hanno già aderito alla campagna abiti puliti.

Cosa possiamo fare noi:

  • ridurre la quantità di jeans che compriamo. Abbiamo davvero bisogno di 5 paia di jeans a stagione?
  • evitare i prodotti cinesi che non rispettano gli standard di qualità, discorso valido per tutto l'abbigliamento
  • e non ultimo torna sempre utile lo swap, il baratto, l'usato scegliere di comprarli eco, equo, bio, certificati, etici fatti in Italia con tinture ecologiche e cotone organico.

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Ecini - disiscritto
Ecini - disiscritto

Per i jeans ma anche per ogni acquisto di abbigliamento può essere utile, nel senso di  ecologico ed economico, tener conto del cpw (cost per wear), che indica il risultato che si ottiene dividendo il costo di un indumento per il numero di volte che si prevede di indossarlo (o che lo si è indossato, per gli indumenti che già abbiamo). Questo tipo di conto fa capire come pagare poco un abito o un accessorio che non indosseremo quasi mai, non solo è dannoso per l’ambiente perché genera spreco, ma non è neanche vantaggioso economicamente. Per ammortizzare il costo di un prodotto possiamo applicare la regola dei #100wears, ovvero la possibilità di indossarlo cento e più volte. “Il “Cost per Wear” è un esercizio carino e molto utile per rafforzare una pratica di acquisto consapevole e disincentivare acquisti di impulso soprattutto presso catene di fast fashion (della serie: “non so se ne ho bisogno, se si abbina con le altre cose che ho nell’armadio… Ma lo compro lo stesso, tanto costa solo pochi euro).” (notizie.dimanoinmano.it)

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

Ho trovato un’infografica molto dettagliata sul processo di manifattura dei jeans, e pratiche per supportare il settore dei jeans sostenibili https://www.ambienteambienti.com/jeans-inquinano-il-pianeta-il-futuro-della-moda-sostenibile/

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Grazie! Buona l'idea di "avere cura" dei propri jeans per farli durare il più a lungo possibile. La mia tattica (per un "jeans consapevole") è, soprattutto, proprio questa: usarli fino a consumarli letteralmente (quindi comprarne meno, uno ogni tot anni) ma poi con i buchi (non sulle ginocchia ma sul "lato b") per forza mi tocca comprarne un altro paio (ché non ho più l'età né per il nude look né per le toppe colorate), ma non è sempre semplice trovare vicino a casa il negozio che tenga jeans etici e i jeans non mi fido a comprarli online senza provarli.

don_chisciotte
don_chisciotte

Vai con le toppe Irene (me ne sono cucita io una tutta da solo sui miei jeans qualche giorno fa....). Metti toppe con fiori, simboli peace and love e annessi e connessi. Nessuno potrà dirti niente, amzi...casomai io, se ti incontro per strada, ti faccio i complimenti! Ciao

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Ah, ok, vediamo se ci riesco anch'io a cucirne una, ahahah! Anche perché effettivamente la cosa migliore sarebbe proprio vestirsi come ci pare contiamoci.com (e per quanto riguarda i jeans non voler inseguire i modelli che cambiano ogni sei mesi: larghi stretti lunghi corti cortissimi vita bassa-bassissima-media- alta... e poi di nuovo...)

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

Ho preparato un intervento per un corso di Green routine e moda consapevole e ho scoperto che da un'inchiesta fatta a uomini e donne, in media una donna possiede 7 jeans e un uomo sei. Io ne ho due da almeno 15 anni! Un'altra cosa che puoi fare è fare le toppe con pezzi di jeans vecchi, quindi tono su tono e usare la tecnica del rammendo contemporaneo. Se cerchi su google o su pinterest o su youtube le parole: "jeans darning" trovi un sacco di cose fichissime.

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Grazie Greta, eh gia' tono su tono. Proverò anche se

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Un documentarrio motlo interessante sui vestiti che 'noi' buttiamo/scartiamo: qui ne parlano ehabitat.it e qui il video per intero aeon.co

germana
germana

Per chi non la conoscesse già, vorrei aggiungere una curiosità riguardo alla nascita dei jeans, approfondita su Wikipedia.

Nel 1853, in seguito alla scoperta dell'oro in California, Levi Strauss per vendere capi d'abbigliamento utili ai cercatori d'oro, fondò a San Francisco la Levi Strauss & Co., che è oggi con il marchio "Levi's" e il mitico modello "501" l'azienda con la quota maggioranziaria nella vendita dei jeans. Comprò anche dei tessuti per le tende che poi utilizzò per fabbricare dei grembiuli da lavoro. Questi ultimi inizialmente erano poco resistenti e scomodi. Strauss provò a migliorarne le qualità utilizzando il denim, un tessuto resistente, pesante e di colore blu.

Il moderno jeans in denim fu inventato nel 1871 dal sarto Jacob Davis, che aggiunse ai pantaloni in denim i rivetti in rame per rinforzare i punti maggiormente soggetti ad usura, come le tasche, particolarmente riempite dai cercatori d'oro e dai minatori. Fu brevettato il 20 maggio 1873 dall'US Patent and Trademark Office (ufficio brevetti americano) con il N. 139.121, "for improvement in fastening pocket openings" (miglioramenti nella chiusura delle tasche), dopo che si mise in società con Levi Strauss, non disponendo dei 68 dollari necessari per la pratica di registrazione. Erano chiamati waist overalls, avendo la funzione di coprire il vestiario abituale durante il lavoro e proteggerlo dallo sporco. La Levi's poté così produrre in esclusiva, i pantaloni di robusto cotone tenuti insieme, oltre che dai punti del cucito tradizionale, anche da rivetti metallici, appena brevettati che divennero la divisa degli operai della ferrovia transamericana, dei "miners", dei cowboy ed ebbero un immediato successo: il modello originale aveva cinque tasche.

A partire dal 1890, quando il tessuto "jeans" diventa sinonimo di pantalone e il tessuto del pantalone prende il nome di denim, scaduto il brevetto, qualunque produttore può liberamente realizzare calzoni simili in tutto e per tutto agli overalls brevettati: i principali sono Harry David Lee e C.C. Hudson, oggi noti rispettivamente con le marche Lee e Wrangler.

Sempre nel 1890 fu aggiunto il taschino per l'orologio e le monetine.

wikipedia.it

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Grazie Germana! Mi accodo a questo commento lasciando un link con alcune 'ideas' muchasideascreativas.com su come riutilizzare i vecchi jeans (la panca, in particolare, è troppo simpatica!).

orlosubito
orlosubito

A Trento l'associazione El Costurero organizza corsi per recuperare i vestiti, ci trovi su facebook e sul nostro blog: asselcosturero.blogspot.it

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Il 24 aprile torna la campagna internazionale per promuovere un’industria della moda più etica e giusta : "Chi ha fatto i miei vestiti?" fashionnewsmagazine.com.

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

Dal tuo link cito: Durante la giornata del 24 aprile tutti coloro che aderiranno dovranno indossare i loro indumenti al rovescio, con l’etichetta in vista, fotografarsi e condividere le loro foto attraverso i social media (Facebook e Twitter) con l’hashtag #whomademyclothes, inviandole anche ai grandi marchi della moda e condividendo le loro risposte. Fashion Revolution Day è una campagna internazionale che serve a stimolare negli acquirenti la consapevolezza di chi ha confezionato l’abito che andranno ad indossare, dove e quando, i costi, le paghe, le condizioni lavorative, insomma tutto quello che c’è dietro la produzione di un vestito.

don_chisciotte
don_chisciotte

Per quanto mi riguarda penso che i jeans che ho nell'armadio mi basteranno per tutta la vita (sperando di vivere a lungo e di mantenere la stessa taglia che ho oggi, anzi...ora ho un buon motivo per non ingrassare!). Mi vergogno a dire quanti ne ho, comprati sempre a pochi soldi (perche' mai di marca) e un po' ovunque ma senza certamente valutarne minimamente la provenienza. Oramai quel che e' fatto e' fatto ma spero di recuperare il danno non comprandone piu' e usando quelli che ho fino all'usura piu' totale. Per fortuna il mio periodo di "rinco" e' durato poco e in certo senso sono contento di esserci passato perche' cosi ho avuto la possibilita' di provare sulla mia pelle l'inutilita' degli eccessi e che era giusto quello che avevo sempre sostenuto prima di entrarvi. E' giusto anche ammettere le proprie colpe e lo faccio anche per convincere qualcun'altro alla redenzione! Relativamente all'abbigliamento, il mio pensiero si trova inserito nella Buona Pratica "Vestiti come ti pare" contiamoci.com

darkcrow
darkcrow

Io ho tre paia di jeans che uso TUTTI i giorni 365 giorni all'anno ( ok, con qualche eccezione quando fa tanto caldo o quando ho qualche cerimonia o quando vado in montagna ) e vesto da qualche anno SOLO ecogeco. Conosco chi li produce e mi fido di lui. Io compro poco da vestire, ma cerco di farlo consapevolmente, guardando prima di tutto made in e composizione, se possibile compro da produttori italiani ( vado nei negozi/spacci delle piccole aziende locali ) oppure se posso me li faccio, anche se il tempo è poco. Bisogna essere critici anche in queste scelte...e non è detto che cotone sia sempre la scelta migliore perché se non è organic, è un vero danno all'ambiente ( richiede molta acqua e soprattutto molti diserbanti ). Per quanto posso scelgo il lino, che invece richiede poca acqua e non è attaccato da insetti...

marco
marco

Anch'io ho tre ecogeco da tre anni metto quasi solo quelli e sono ancora in ottimo stato

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Nel bel libro di Elisa Nicoli "Senza pesare sulla terra" (2014, Ediciclo editore), nel paragrafo dedicato ai vestiti viene citato il sito www.ecogeco.it che produce jeans in modo sostenibile per tutti e vende anche on-line e anche tramite GAS.

yliharma
yliharma

Ommamma O.o non lo sapevo...io indosso jeans per almeno l'80% dell'anno, la lana mi pizzica, il cotone d'inverno è troppo freddo, il sintetico non mi fa respirare la pelle...come si riconoscono i jeans prodotti in modo sostenibile? Ci sono delle certificazioni? A mia discolpa posso solo dire che non ho mai avuto più di 3-4 paia per volta e che vanno nel cassonetto Caritas solo quando non mi entrano più o cadono a pezzi...

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

Segnalo questo video dal titolo: jeans che uccidono

irene70 - disiscritto
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Questo video è un pugno nello stomaco: è desolante pensare a quello che l'uomo è capace di fare per il profitto; lo sguardo di Memet, l'operaio che parla e aspetta la morte, dovrebbe essere apposto, gigante, sui cartelloni pubblicitari al posto di queste "braghe" delle ditte che si ostinano ad aggirare i divieti...scusate lo sfogo, ma non si può tacere.

irene70 - disiscritto
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(da libro "Tentativi di eco-condotta" di Cristina Gabetti questo suggerimento per sbiadire il denim i modo naturale: usare una soluzione a base di succo di limone e sale, cospargendola sul tessuto e lasciandola asciugare al sole.)

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Una inchiesta più recente ilpost.it titolo: "Quanto costa un paio di jeans prodotto senza far male a nessuno? Se li avete pagati meno di 20 euro, vengono probabilmente da fabbriche che mettono a rischio la sicurezza dei lavoratori e l'ambiente(...)". E fa pensare il fatto che degli indumenti nati per un lavoro 'pesante' ora costringano a un lavoro ancora più pesante, in termini di salute, migliaia di lavoratori, e per cosa? per la nostra fissazione per determinate mode come quella dell'effetto 'vissuto' (il jeans lo vogliamo effetto-vissuto, le facce -e i corpi- meglio se effetto-ringiovanito: dovremmo risolvere prima o poi, nei secoli a venire, questi problemi con il tempo).

paia88
paia88

Immagino che, alla fine, non facciano nemmeno tanto bene alla nostra pelle con tutti quei trattamenti..

darkcrow
darkcrow

Da quando mio marito ha iniziato ad usare i jeans ecogeco, le sue dermatiti alle gambe sono improvvisamente scomparse!

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

Aggiornamento di Altreconomia sulla gravità di condizioni dei lavoratori nelle fabbriche in cui viene ancora effettuata la sabbiatura

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